le mie ultime mele: e` morto il futuro? – 32

raccolgo dalla cantina buia l’ultima cassettina delle mele dell’anno: l’80% del raccolto deposto sulla paglia e` marcito (andranno alle galline, che pero`le disdegnano un po’, ed ecco il momento in cui si rimpiange di non avere ancora cominciato ad allevare un maiale), ma quelle che si sono salvate restituiscono, assieme ai bitorzoli e agli ammaccamenti, un sapore autentico e vivo.

e mangiando queste mele gustose, ma invendibili in qualunque mercato perche` troppo imperfette, mi capita di pensare che l’ideologia democraticista del politically correct ci sta obbligando al dovere della perfezione, cioe` ci sta rendendo tutti schiavi di un mondo di plastica.

ha vinto il disneyismo che ha inventato a suo tempo la sintesi perfetta di bonta` e desessualizzazione.

e noi amiamo soltanto il mondo perfetto di plastica, che pero` e` morto, nel senso che non conosce il futuro.

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dunque l’idea che il futuro e` morto e` gia` stata detta: Mark Fisher, Realismo capitalista, 2009.

la morte del futuro e la riduzione del tempo a un assoluto presente e` uno dei prodotti della deformazione dell’esistenza generata dall’iper-capitalismo nel quale viviamo.

ma nello stesso tempo e` anche una condizione necessaria della sua continuazione.

noi dobbiamo pensare di non avere piu` futuro per appiattirci nell’eterno presente delle merci.

forse e` questa la vera funzione dell’allarme climatico: serve a generare paura e disperazione, non a spingere a una vera opposizione.

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all’iper-capitalismo non basta essere diventato, di fatto, insostituibile nella gestione di 7 miliardi di esseri umani che tendono a diventare rapidamente 9 o 10.

nessuno infatti sa dire come, a livello planetario, si possa seriamente costruire una alternativa a questo progresso suicida.

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la corsa all’aumento dei consumi attraverso lo sviluppo progressivo del debito fino a dimensioni che lo rendono non piu ripagabile ​e` la forma piu` icastica che ha assunto la follia consumista.

l’aumento del PIL, cioe` in sostanza della semplice circolazione del denaro, su cui prosperano la finanza e l’industria produttrice dei beni ampiamente inutili, e` il feticcio universale che condiziona il pensiero, e perfino i programmi politici dei nostri partiti, nel loro miserabile piccolo.

(Più ricchezza grazie a maggiori investimenti in deficit, ad alto moltiplicatore e con maggiore occupazione – da quella barzelletta che e` il cosiddetto programma in 20 punti del Movimento a Cinque Stelle: un semplice libro dei sogni.

No alle politiche di austerita` – da quell’altra barzelletta che e` il programma in 10 punti del centro-destra.

ma per finire di ridere, aspettiamo la variante dello stesso concetto che sara` nel programma scritto ufficiale dei demokrat).

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i programmi politici dovrebbero invece occuparsi di come sia possibile mantenere un benessere pubblico accettabile attraverso una RIDUZIONE dei consumi e del PIL.

sarebbe un’impresa intellettuale semplicemente grande: come sfruttare la diminuzione del reddito per AUMENTARE la felicita` e non le cose consumate.

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ma il futuro ovviamente non e` morto davvero: la morte del futuro e` soltanto una fake news diffusa dal potere.

forse sta morendo il futuro pubblico, sociale, collettivo.

perche`, quando il potere dell’iper-capitalismo e` privo di alternative globali, e` il concetto stesso di democrazia che si e` spento.

democrazia e` il popolo che decide del proprio futuro, ma senza futuro non esiste neppure la decisione.

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ma ognuno di noi sa, invece, che esiste un proprio futuro, per quanto possa essere breve, che coinvolge noi e le persone care.

per salvare questo futuro occorre SEPARARLO dalla mancanza di futuro collettivo.

il futuro si puo` costruire soltanto nella piccola scala del gruppo che si apparta e riduce la propria dipendenza dal mercato, attraverso una limitazione dell’accesso alle merci e uno sviluppo delle forme di autoconsumo.

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basterebbe pensare questo: che le mele che raccogliamo dall’albero nostro e non acquistiamo al supermercato, solo per questo diminuiscono il PIL, anche se sono piu`  buone.

il cibo che produciamo da soli, dunque, non e` innocente: e` una forma di lotta concreta contro l’ipercapitalismo, perche` ne riduce i profitti.

quel cibo nasce da una progettazione, e` figlio del futuro, ma ne genera anche.

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il futuro rimane affidato agli uomini di buona volonta` che credono che esista ancora.

le mie mele sono finite, ma hanno costruito un piccolissimo pezzetto di futuro.


6 risposte a "le mie ultime mele: e` morto il futuro? – 32"

  1. Sì, il futuro pubblico è quasi morto. Non si pensa più alla cosa pubblica ma ognuno per sè e nessun Dio per tutti.
    In passato c’era di più questa ideologia del bene comune ma adesso c’è solo l’idea del successo individuale.
    Un individualismo arrivato all’estremo.
    Le mele imperfette non le comprerebbe nessuno. Talmente le persone sono ignoranti in materia di salute che preferiscono le mele cerate e insapore che quelle gustose e imperfette. La cosa che stupisce è che c’è tanta informazione su certe questioni, specie riguardo al cibo sano, eppure tutti vanno a comprare le mele perfette. Anche perchè se poi ti guardi in giro nemmeno ne trovi di mele naturali.
    Qui nella mia zona non esistono i GAS, gruppi di acquisto solidale, ma fanno il solito mercato rionale dove ho provato ad andare ma non capendo una parola di veneto sono rimasta subisto esclusa.
    Dunque poi non c’è affatto libertà di scelta. Se non fosse per qualche supermercato di Natursì non si saprebbe cosa è il cibo vero. Però questi supermercati hanno prezzi stratosferici e quindi la gente poi, con stipendi normali, non ci può andare. Se sei single magari ok lo puoi fare. Ma se devi sfamare 3 o 4 persone allora non sono alla portata di tutti.

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    1. ciao, amleta, hai detto benissimo tante cose che in questo post sono rimaste soltanto sottintese…, grazie.

      certo, da veneto, che tu non capisca addirittura il veneto al mercato mi stupisce un po’: d’accordo che il veneto e` una lingua diversa dall’italiano, ma forse e` soltanto per la mia origine che la sento molto simile? come lo spagnolo, per intenderci: differente, ma non totalmente incomprensibile.

      purtroppo adesso non ricordo esattamente dove abiti, ho in mente soltanto la zona, e non ti chiedo di dirmelo qui, ma privatamente, semmai: provo a chiedere dov’e` il GAS piu` vicino a quacuno del giro dei GAs, se ti va.

      ti mando comunque questo link: https://www.marcaaperta.it/gas-per-risparmiare/

      magari conosci gia` questi strumenti o anche altri migliori: comunque per una ricerca sul territorio c’e` anche questo: https://retegas.altervista.org/gas4/login.php

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  2. Rilanciamo potatura e piantumazione ?

    928
    ULTIMA

    Ultima, di porcellana,
    La mela rossa,
    Sta irraggiungibile
    Sul ramo più alto.

    Da giorni
    La rimiro splendere succosa,
    Lassù non mi è dato coglierla.

    Troppo alta,
    Per le mie braccia,
    Troppo luminosa
    Per i miei occhi.

    Che la spolpino i corvi!

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    1. non mi dire: proprio domenica, cominciando a potare il melo, mi sono tagliato via un pezzo di dito col podet!!!! :-((

      οἶον τὸ γλυχὺμαλον ἐρεύθεται ἄχρῳ ἐπ’ ὔσδῳ
      ἄχρον ἐπ’ ἄχροτάτῳ λελάθοντο δὲ μαλοδρόπηεϛ·
      οὐ μὰν ἐχλελάθοντ’, ἀλλ’ οὐχ ἐδύναντ’ ἐπὶχεσθαι

      sei la dolcezza della mela rosseggiante
      su un ramo alto: alta sul piu` alto,
      l’han dimenticata i raccoglitori.
      ma no, non fu dimenticanza, soltanto
      non sono riusciti a raggiungerti.

      Saffo, frammento – traduzione mia

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      1. L’idea è la stessa ma l’ accostamento con la tua bella traduzione dei versi di Saffo mi pare irriverente.

        Ps: c’è sempre l’esperto di potature ed innesti che si era detto disponibile …

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        1. carissimo, l’esperto sara` sempre ospite piu` che gradito, assieme a Ines: aspetto solo di avere una casa presentabile alla fine dei lavori; e ringrazio comunque!

          sentiamoci in ogni caso quando sara` il momento giusto – e me lo dirai tu; forse riusciro` a vincere la vergogna dell’attuale disordine… – meglio se sara` all’inizio della primavera.

          – mi ha colpito che nei tuoi versi ci fosse l’eco di Saffo e ho voluto semplicemente ricordarlo, con questo senza stabilire confronti: del resto la tua graffiata finale crea una netta differenza, ma mi pare confusamente abbia a sua volta qualche antenato, ma ora non riesco a farmelo venire in mente…

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