i gemelli – 218

Gemelli-e-biberon

ho conosciuto qualche anno fa due gemelli,

li chiameremo per comodita` Marco e Giuseppe,

i nomi che sanno di vangelo suonano sempre bene.

. . .

Marco era un ragazzo dalla bellezza molto vistosa,

direi quasi un fisico da modello e un viso piuttosto dolce.

provo` anche a farsi crescere la barba, ma restava dolce.

un poco effeminato nella voce.

quando trovo` lavoro a Milano nel mondo della moda il cerchio delle ipotesi sulla sua sessualita` sembrava chiudersi.

pero` girava per qualche tempo con una fidanzata, chiaramente presa di lui.

e in fondo non erano affari miei e non ero curioso piu` di tanto.

. . .

Giuseppe era alquanto diverso,

i due non erano chiaramente omozigoti.

non si poteva certo dirlo brutto, Giuseppe,

ma semmai di lui si sarebbe detto piuttosto che era un bell’uomo, fisicamente,

non un bel ragazzo.

era un poco piu` basso, il viso piuttosto simile al fratello gemello, ma piu` maschio.

era gia` calvo.

. . .

ma soprattutto sempre piuttosto teso, un po’ torvo, perennemente incavolato.

fuma quasi initerrottamente sigarette costruite da lui stesso.

la cartina arrotolata, il tabacco tolto dalla scatola…

lo sguardo concentrato, un momento di stacco dalla realta`.

e quando fuma si apparta, lui dice per rispetto.

esce dal luogo chiuso.

eccolo seduto, che guarda il fumo che va.

che e` come dire che guarda i suoi pensieri truci sulla sua vita che sta distruggendo consapevolmente.

. . .

posso capirlo:

Marco si e` realizzato, ha trovato un lavoro a Milano, vive li`.

lui non ha ancora trovato la sua strada,

vive un poco a carico dei genitori, un poco di lavoretti casuali e precari,

ma gliene capita uno ogni qualche mese.

che cosa sara` mai di lui non si sa.

non gli si conoscono neppure storie sentimentali.

salvo un amore nato su internet con una ragazza turca, anni fa.

credo rimasto platonico:

lui ando` a trovarla a Istanbul, entusiasta di lei.

mi ha mostrato le sue foto, una volta: che schianto di ragazza!

e alla fine di quattro giorni lei lo aveva gia` lasciato.

. . .

l’altra sera ero a una cena con Giuseppe.

il discorso cadde sui problemi dei rapporti tra fratelli nell’infanzia.

ci aveva invitato una coppia con due bambini, di 6 e 4 anni.

e io riflettevo a mia sorella, con tre anni meno di me.

e ragionavo ad alta voce su che cosa vuol dire crescere

avendo al fianco sempre qualcuno che e` piu` avanti di te per qualche anno in piu`.

in termini di frustrazioni, intendo, e di svalutazione di se`.

. . .

fu Giuseppe a introdurre a questo punto il suo caso di gemello inferiore,

se posso usare questa espressione.

non tanto perche` nato dieci minuti dopo,

ma per il confronto permanente vissuto con Marco,

che era un bambino vivace, creativo, amante dell’arte.

anticipava le scelte della sua vita adulta gia` allora.

e nella moda realizza oggi la sua fantasia che aveva gia` da piccolo.

. . .

Giuseppe questo non lo dice,

ma mentre parla io lo guardo da questo punto di vista,

e mi accorgo che tutta la sua vita e` costruita in opposizione a Marco.

Giuseppe aborre da qualunque manifestazione artistica,

rifiuta i musei,

se viaggia qualunque monumento lo annoia.

non che non gli piaccia viaggiare, ma non si capisce che cosa gli piaccia nel viaggiare.

. . .

il mondo di Giuseppe e` la tecnica,

se realizza qualcosa lo fa con cura maniacale,

non sopporta nessuna deviazione dal programma,

nessun adattamento di fronte all’imprevisto.

si incazza terribilmente se questo succede, da` fuori di matto.

e la gente si ritrae da lui: scostante,

forse perfino pericoloso se perde il controllo della sua furia.

. . .

anche quando non cade nei suoi periodici e istantanei furori,

Giuseppe e` una persona psicologicamente molto pesante,

tanto quanto Marco e` allegro, e – dicendola tutta – a volte un pochino fru fru.

Giuseppe ama la filosofia o quella che ritiene tale.

riflette costantemente su di se`, elabora strane teorie new age.

ma niente libera la sua mente da due invisibili ceppi

che la tengono ancorata a terra.

. . .

e pensare che i due gemelli sono entrambi (ovviamente) dei Gemelli!

ma lo slancio mentale del segno in Giuseppe giace imprigionato

in un vano inconsapevole dibattersi.

. . .

Giuseppe a cena parla della sua condizione di gemello di Marco,

con affetto,

e racconta della grande confidenza che c’e` fra loro…

e una frase gli esce:

perche` mio fratello e` omosessuale.

io invece sono normale.

. . .

che Marco fosse omosessuale si intuiva,

non e` una novita` per me e non mi turba.

probabilmente quando l’ho conosciuto era ancora alla ricerca della sua identita`.

mi turba invece quella che Giuseppe definisce normalita` in se stesso.

normalita`, cioe` eterosessualita`, pensa lui.

. . .

togliete a Giuseppe la sua eterosessualita` in via di ipotesi,

e ditemi che cosa resta di lui…

tutta la sua normalita`, in opposizione, sta nel suo essere etero.

. . .

e adesso penso alla sua voce che diventa isterica quando si arrabbia,

e la cosa succede spesso.

penso alla sua solitudine di eterosessuale solo e insoddisfatto.

penso all’android che mi ha prestato un attimo l’altro giorno

e sullo schermo ci stava il link a un sito: Anal,

ma non ci aveva badato.

e io sono stato molto discreto, ho fatto finta di non averlo visto.

. . .

gemelli.

uno che si sente normale.

e pensa che il fratello non lo e`,

soltanto perche` e` omosessuale.

non pensa che Marco e` felice e lui no.

forse l’infelicita` gli sembra normale.

. . .

e forse ha ragione.

forse la normalita` e` davvero questa.

statisticamente parlando, intendo.

forse e` normale essere infelici, frustrati, rabbiosi col mondo, autodistruttivi.


8 risposte a "i gemelli – 218"

  1. commento ricevuto via mail:

    Riguardo il penultimo post sui gemelli: dimentico sempre di dirti che questo argomento, come altri, ti sta particolarmente a cuore e sei molto bravo
    nel descriverlo e commentarlo.

    Ho scritto con i piedi ma si capisce il senso?

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    1. non molto, effettivamente 🙂 , a parte che mi lodi perche` il post ti e` piaciuto.

      non capisco quale e` l’argomento che mi sta particolarmente a cuore.

      ma poi mi sta a cuore assieme ad altri, e quindi la particolarita` dov’e`? 🙂

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    1. meravigliosamente, credo di averlo capito meravigliosamente… 🙂

      e` un poco vera e un poco falsa, comunque, questa storia.

      e in ogni caso, appena qualcuno racconta una storia, diventa subito falsa, almeno un poco 😉

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      1. questa è la verità più bella, ma la meraviglia resta nella storia 😀
        mi è piaciuta molto. direi che trascende di non poco gradi dal tuo stile ormai familiare.
        la magia di una storia non è replicabile dalla cronaca dei fatti.
        l’uomo ha bisogno di illusioni, me ne accorgo ogni giorno di più. e quando l’illusione si pone mirabilmente al servizio della realtà, l’appagamento è totale 🙂

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        1. effettivamente il mio stile sta evolvendo.

          e` una cosa un poco strana e non la credevo possibile alla mia eta`.

          ma ho un poco riflettuto sulle modalita` comunicative di oggi e sto cercando di adeguarmi con frasi molto brevi e senza troppe subordinate.

          naturalmente gli argomenti rendono questo modo di esprimersi a volte piu` difficile.

          – qui alla fine e` uscita una prosa che nello stile confina con la poesia, ma bandando bene di non cascarci dentro.

          sottoscrivo la tua riflessione sulle illusioni.

          la magia dell’arte e` di riuscire a farci credere che le illusioni sono reali piu` della realta`, anzi, a volte ancora di piu`. 🙂

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  2. Una bella descrizione: hai dato proprio un’ idea precisa della complessità della mente umana. Anche se ovviamente non posso esprimere giudizi, questo mi sembra abbastanza certo : il più risolto dei due è quello gay, a partire dalla conoscenza di se stesso, che gli ha permesso di fare scelte in linea con la sua personalità. L’ altro non la racconta giusta nemmeno per quanto riguarda i suoi rapporti con l’ altro sesso: sono sicura che, se vai a scavare, c’ è più di una complicazione seria. E qui mi fermo, anche perché ora non posso dilungarmi.

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    1. anche secondo me la morale della storia e` questa che dici.

      risolto e` chi sa conoscersi ed accettarsi.

      risolto e` chi ha la fortuna di sapersi e potersi accettare.

      chi si nasconde dietro una protezione che non e` sua, ma la prende da fuori, e` la prima vittima di se stesso.

      Piace a 1 persona

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