chi prescrive la prescrizione? – 542

sono stati gli antichi greci a inventare la prescrizione, cioè la non punibilità di un reato, anche se la colpa è stata accertata, passato un certo periodo, che per loro era di 5 anni.

erano esclusi i reati più gravi: l’omicidio e i reati politici contro la costituzione.

in Italia di prescrizioni ne abbiamo addirittura due:

la prima prescrive il reato, dopo che è trascorso un periodo pari al massimo della pena da quando è commesso, e comunque non meno di quattro anni per i reati punibili con una multa, e di sei per gli altri; come nella Grecia antica sono esclusi i reati più gravi, cioè quelli punibili con l’ergastolo; con una finezza del tutto italiana, perché ci sia la prescrizione in un processo, però, il giudice deve dichiarare l’imputato colpevole – colpevole, ma non più punibile; in altre parole, il processo si fa lo stesso, non lo si sospende all’inizio, tanto è inutile; si fanno le arringhe, i giudici vanno in camera di consiglio, la sentenza viene letta in tono solenne, e alla fine della sentenza il giudice dà una metaforica pacca sulla spalla al colpevole dimostrato, per dirgli: bravo! qui la prescrizione è l’equivalente di una medaglia al valore, nel paese dei furbi.

la seconda prescrive la pena, cioè riguarda anche coloro che sono stati condannati: se è trascorso il doppio della pena inflitta, ma in nessun caso meno di dieci anni – tralasciando la complessa casistica minore -, la pena non risulta più applicabile; in concreto: uno evade dal carcere e rimane latitante per un tempo doppio della condanna; anche se lo prendono, l’ha fatta franca, nuovo Conte di Montecristo.

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e nel resto del mondo?

nel  mondo anglosassone, Regno Unito e Stati Uniti, la prescrizione della pena non esiste proprio: dev’essere colpa dell’orribile passato puritano di questa cultura… 

qui appare semplicemente farneticante l’idea che si liberino i colpevoli, invece di rendere più brevi i processi con norme adeguate.

infatti è abbastanza evidente che proprio la prescrizione  un fattore potente per l’allungamento dei processi (e delle parcelle degli avvocati); basterebbe eliminarla perché i clienti non avessero più tanto interesse a tirarla per le lunghe al solo scopo di ingrassare le parcelle.

sono concetti lapalissiani, che però i media italiani cercano di stravolgere in tutti i modi.

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nel resto d’Europa?

in Francia, Spagna e Germania la prescrizione si calcola, come in Italia, dal momento in cui è avvenuto il reato, ma si interrompe con qualsiasi atto giudiziario: basta il semplice avviso di conclusione delle indagini.

la Germania ci aggiunge una norma specifica per i reati commessi dai parlamentari: in questi casi la prescrizione viene conteggiata non dal momento in cui è avvenuto il reato ma da quando inizia il processo.

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del resto la Corte di Giustizia Europea con sentenza dell’8 settembre 2015 (un altro 8 settembre per l’Italia!) sentenziò appunto addirittura, a proposito della prescrizione che applichiamo ai reati fiscali, che la nostra normativa viola i trattati europei e va disapplicata se impedisce di infliggere sanzioni effettive e dissuasive in un numero considerevole di casi di frode grave che ledono gli interessi finanziari dell’Unione Europea (oltre che quelli dello stato membro che di fatto grazia gli evasori).

a questo punto non sono mancati i giudici (italiani) che hanno posto alla nostra Corte Costituzionale il quesito se quella sentenza era compatibile con la nostra Costituzione (come se questa tutelasse gli evasori, ma vai a vedere che è proprio così!).

e la nostra Corte Costituzionale? se ne occupa due anni dopo, nel 2017, riconosce che le sentenze della Corte di Giustizia Europea vanno recepite e anche che questa è ben motivata, ma entro quali limiti? e lo chiede alla stessa Corte di Giustizia Europea: un po’ di ammuìna per guadagnare tempo.

ma la Corte di Giustizia Europea risponde con procedura d’urgenza, in sostanza chiedendo al legislatore nazionale di adeguarsi.

in buona sostanza, se l’Italia non si adeguerà e continuerà a lasciare prescrivere anche i gravi reati fiscali, potrà essere sottoposta a procedura di infrazione da parte dell’Unione Europea, visto che il nostro comportamento danneggia tutta l’Unione…

del resto la direttiva (UE) 2017/1371 (da recepire entro il 6 luglio 2019) per i reati che ledono gli interessi finanziari dell’Unione all’art. 12 impone agli Stati membri di adottare «un termine di prescrizione che consenta di condurre le indagini, esercitare l’azione penale, svolgere il processo e prendere la decisione giudiziaria entro un congruo lasso di tempo, al fine di contrastare tali reati efficacemente» e di «permettere che le indagini, l’azione penale, il processo e la decisione giudiziaria per i reati punibili con una pena massima di almeno quattro anni di reclusione, possano intervenire per un periodo di almeno cinque anni dal momento in cui il reato è stato commesso».

che ve ne pare? che vi pare al Partito che ha la faccia di bronzo di definirsi Democratico?

e che cosa pensate dei nostri media di regime che tengono accuratamente nascosti tutti questi gravi ed oggettivi dati del problema?

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conclusione: la prescrizione all’italiana è una invenzione tutta nostra, come la pizza Margherita, ma un po’ meno saporita.

lasciate che i pennivendoli al servizio di una classe dirigente corrotta cerchino di confondere le acque: la sostanza è semplice.

l’idea di farla fare franca a chi ha i soldi per pagarsi gli avvocati che la tirino in lunga in attesa che scattino i termini è tipica di un paese corrotto.

così come il considerare indifferente che un imputato venga dichiarato colpevole, ma prescritto, perché l’ha saputa tirare troppo in lunga; la prescrizione in un paese normale sarebbe comunque considerata infamante, tanto che la legge dà ad un imputato il diritto di rifiutarla (ma non ricordo casi in cui questo sia avvenuto, che è come dire che la quasi generalità dei prescritti ammettevano di essere colpevoli); invece da noi si ammicca quanto è stato furbo quel colpevole, che continua come se non fosse successo nulla.

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già, ma quanti sono i prescritti?

un milione e mezzo negli ultimi dieci anni; ma per la maggior parte sono prescrizioni avvenute nelle fasi delle indagini preliminari.

in altre parole, siccome l’azione penale in Italia è obbligatoria, il giudice, di fronte a casi che gli appaiono poco rilevanti, apre comunque le indagini, formalmente, ma poi le lascia morire fino a che il reato si prescrive senza neppure azione penale.

ma un po’ meno di 400.000 in dieci anni sono i reati prescritti in tribunale, cioè i colpevoli riconosciuti e lasciati senza pena.

ma far restare a vita sotto processo il condannato in primo e forse anche in secondo grado? che barbarie, dicono le Camere Penali, cioè i rappresentanti degli avvocati, immagino fregandosi le mani…

ci sarebbe da morire dal ridere a vedere questi avvocati (il triplo in Italia rispetto a paesi simili al nostro) che si preoccupano che il cliente non spenda troppo (come Taormina con la Franzoni, ecco).

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è evidente che, per sveltire i processi, le strade effettivamente disponibili sono altre, ne indico due:

1) la depenalizzazione dei reati minori: il grande numero di reati bagatellari che potrebbero risolversi con semplici multe amministrative, è il migliore regalo ai grandi delinquenti: tribunali intasati per cause penali di nessun rilievo non trovano il tempo di concentrarsi sui reati davvero importanti.

2) l’eliminazione di un grado di giudizio, cioè dell’appello, come ha proposto il giudice Caselli; emanata la sentenza di primo grado sarebbe soltanto la Cassazione (ovviamente potenziata) a valutare della correttezza del processo, e solo su input della Cassazione sarebbe previsto un processo d’appello.

ma questo equivale a mettere gli avvocati alla fame!

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insomma, volendo, le soluzioni per accelerare la giustizia penale e civile ci sono: quelle dette sopra o altre.

ma il volere far credere che l’unico modo di riuscirsi è mandare impuniti 400mila colpevoli in dieci anno, 40mila all’anno, è da delinquenti.

il volere tornare a tutti i costi all’impunità dei ben protetti capaci di pagarsi avvocati azzeccagarbugli che impantano i processi è indice di una classe politica irrimediabilmente corrotta – salvi i pochi che si oppongono a questa deriva…

e nessuno può dubitare che la graditissima e ricercata lunghezza dei processi è solo la foglia di fico dei corrotti che vogliono tenersi aperta una strada per l’impunità.

 

 

 

 


7 risposte a "chi prescrive la prescrizione? – 542"

  1. Sono in disaccordo solo su una cosa: non è un problema di “classe politica”, ma di “classe dirigente” nel complesso. Ho letto un bel libro che si intitola “Giustizia? Roba da ricchi”, e direi che anche questo impianto della prescrizione si inserisce nella generale tendenza di utilizzare le leggi a vantaggio dei privilegiati. Che non sono solo i politici.

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    1. io condivido i contenuti della tua critica, ma non la tua critica a me.
      in apertura del post ha parlato con chiarezza di “una classe dirigente corrotta”, e in questo modo ho proseguito per tutto il testo; solo in una battuta finale ho parlato “di una classe politica irrimediabilmente corrotta”, ma soltanto in riferimento a quel gruppo di politicanti formalmente eletti che hanno effettivamente il potere e la responsabilità, nella classe dirigente, di decidere in parlamento sulla questione della prescrizione.
      del resto basta guardare la nostra stampa nazionale, totalmente allineata – come espressione della classe dirigente tutta intera – contro (con l’eccezione del Fatto), per capire in che mani siamo: un paese anomalo e barbaramente illegalitario.

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