la nuova crisi: salvate i maiali cinesi – 558

ho appena letto che la FED, la banca centrale americana dal 17 settembre scorso ha ripreso acquisti diretti di obbligazioni finanziarie in scadenza, dopo un decennio (cioè dopo la crisi del 2008, iniziata col fallimento della Lehmann & Brothers), e si prepara a immettere sul mercato finanziario complessivamente 500 miliardi di dollari nei prossimi 30 giorni per impedire una nuova crisi.

e tutti sappiamo che da tempo anche la BCE, la Banca Centrale Europea, sta stampando e regalando alle banche miliardi su miliardi – per rilanciare i consumi, dicono, ma di fatto queste se li tengono in cassa per salvarsi dal crollo finanziario.

e intanto Trump, dopo tanto fuoco e fiamme, firma di corsa un nuovo accordo con la Cina sui dazi, perché qualcuno è riuscito a fargli capire che è più tempo di guerre commerciali.

(e la brexit?)

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spiegano i competenti a noi, poveri populisti da strapazzo, alternativi ai populisti veri, cioè a quelli che sono quelli che difendono le banche, che, se ne viene giù una, vengono giù tutte, tali e tanti sono i legami fra loro.

insomma, sarebbe uno tsunami bancario, testuali parole.

temo che sia vero – per non dire che ne sono sicuro, considerano quel che è successo undici anni fa (la distanza esatta da un altro minimo dell’attività solare, peraltro) -,  ma a forza di tenerle su una per una, queste banche, stiamo secondo me preparando il crollo finanziario globale più mostruoso della storia.

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qualcuno ci spiega anche che la lotta ai cambiamenti climatici costa e potrebbe mettere in crisi molte aziende, e dunque anche le banche che le hanno sostenuto con prestiti che potrebbero non tornare indietro.

insomma, tra le righe, siamo avvertiti: lo tsunami finanziario potrebbe venire dalla lotta allo tsunami climatico.

e infatti la conferenza mondiale sul clima Cop25 di Madrid sta fallendo e non è capace di scegliere tra uno tsunami e l’altro come un qualunque asino di Buridano.

l’alternativa? una nuova generazione di reattori nucleari americani, che si alimentano principalmente proprio con i rifiuti dei reattori classici – tsunami a parte, ovviamente..

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intanto una influenza suina in Cina ha portato all’abbattimento di 200 milioni di maiali sui 450 che popolano il paese (parlando soltanto di quelli a quattro zampe, naturalmente).

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a parte la soddisfazione per gli islamisti, è una catastrofe epocale che potrebbe riportare una delle famose e micidiali carestie del passato in quel paese: ma in forma nuova…

avremo le carestie inedite dei benestanti con i telefonini che manderanno ai conoscenti i selfie fatti davanti alla tavola vuota?

oppure passerete il tempo a leggere, i pochi affezionati, post come questo, per distrarvi, mentre (non) ascolterete i crampi della fame nello stomaco?

ma no, dai, tutto continua blandamente come prima e questi discorsi fanno soltanto male ai catastrofisti, che giustamente perdono le elezioni.

quelli che dicono che è meglio concentrarsi a salvare i maiali a quattro zampe che quelli a due zampe della finanza…

maiali-cinesi_N2

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le monete mondiali sono soltanto un simbolo che indica la fiducia che valgano qualcosa, in poche parole la fiducia nel futuro.

che cosa succederà quando ci si comincerà a accorgere che tutti questi dollari ed euro stampati a piacere sono carta straccia e che perfino l’oro non dà da mangiare?

davvero post come questo, che seminano l’angoscia sul futuro, dovrebbero essere proibiti per legge, visto che possono distruggere la fiducia sul valore della moneta…

e pensare che invece seminano soltanto la fiducia assurda di capire ancora qualcosa del futuro che ci aspetta…

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ma questa è soltanto una fede, falsa come una moneta trinitaria da tre euro e come tutte le fedi:

rassegniamoci a non capirci più niente.


2 risposte a "la nuova crisi: salvate i maiali cinesi – 558"

  1. Io sono già sicuro di non capirci più niente… questi avrebbero salvato pure la Banca di Sindona, alla faccia di Ambrosoli…
    gli allevamenti di maiali sono tra i massimi responsabili di inquinamento e gas serra: ben venga l’influenza suina in Cina! (da noi invece prefersico che la materia prima per i prosciutti non manchi).
    Dagli e dagli, visto che dal 2008 non è cambiato molto se non in peggio, scoppierà qualche disastro in America e ce lo faranno pagare a noi.
    E via andare, fino alla prossima crisi.
    Secondo me bisognerebbe mettere fuori legge gli americani, altro che i tuoi post…

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    1. grazie della solidarietà, che condivido col prosciutto 🙂
      solo, io non sarei così sicuro che la colpa delle crisi finanziarie sia degli americani soltanto: mi pare che le banche pugliesi, venete e toscane siano perfettamente in grado di fare disastri anche loro, nel loro piccolo… 😉

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