Bill Gates, Zuckerberg, Trump, l’epidemia, la spagnola, i feudo-tecnocrati e il futuro dell’umanita` – 88

nei giorni scorsi a Monaco si e` svolta la 53esima conferenza sulla sicurezza nel mondo per mettere a punto il suo rapporto annuale sul tema.

vi hanno partecipato vecchi e nuovi poteri: dalla Merkel al vice-presidente USA Pence.

la stampa si e` concentrata su di loro, ma poca attenzione e` stata data, ad esempio, al fatto che ha relazionato anche Bill Gates, il fondatore di Microsoft, uno degli uomini piu` ricchi e il piu` grande benefattore al mondo:

insomma, uno dei principali feudo-tecnocrati del mondo di oggi.

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Bill Gates ha detto che la comunita’ internazionale deve prepararsi per affrontare una pandemia su scala mondiale, cosi’ come nel secolo scorso si preparo` ad una possibile guerra nucleare.

ha citato l’epidemia di spagnola di un secolo fa esatto, quella recente dell’Ebola o il rischio di un virus diffuso a fini di terrorismo; e ha detto che e’ assai probabile che ci troveremo a dover affrontare una epidemia nei prossimi 10 o 15 anni.

ha definito ‘probabile’ una catastrofe sanitaria a livello planetario; chiede di investire in tecnologie capaci di creare vaccini nel giro di poco tempo.

qui Gates si fa contabile in un modo che trovo poco amabile

(mettersi a contare i soldi subito dopo avere contato i morti, dai…):

‘Prepararsi per affrontare una pandemia puo’ costare 3,4 miliardi di dollari l’anno, ma le perdite che una pandemia provocherebbe sarebbero di 570 miliardi l’anno’.

cifre campate in aria, chiaramente:

quel che e` chiaro e` che lui si candida a mettersi al centro di un flusso consistente di risorse a scopo preventivo.

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visto che Gates l’ha citata, vale la pena di approfondire storicamente il tema dell’epidemia iniziata esattamente un secolo fa:

detta spagnola semplicemente perche` i giornali spagnoli furono i soli a poterne parlare dato che il paese non era coinvolto dalla guerra, la prima mondiale,

e la censura militare impedi` la diffusione di notizie negli altri paesi fino a che la guerra duro`, cioe` alla fine del 1918.

in realta` epidemia del virus dell’influenza A sottotipo H1N1.

fece, secondo le stime, da 50 a 100 milioni di morti e colpi` da 500 milioni a un miliardo di persone, cioe` piu` della meta` della popolazione mondiale di allora.

in alcuni luoghi la mortalita` raggiunse il 70% e la malattia colpi` piu` duramente le popolazioni piu` denutrite per  la guerra:

ad esempio fece due milioni di morti fra le truppe degli Imperi Centrali, colpite piu` duramente per la denutrizione;

e contribui` in questo modo per la sua parte all’esito della guerra.

oggi sappiamo che il virus fu portato in Europa dalle truppe americane che vi confluivano a partire dall’aprile 1917, per sostenere Francia, Inghilterra e Italia contro gli imperi centrali.

in buona sostanza, dunque la malattia fu uno dei primi risultati della globalizzazione, che inizio` come globalizzazione della guerra e divenne, a sorpresa, anche globalizzazione della malattia.

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quindi, fu la prima globalizzazione a creare questa tremenda pandemia.

la globalizzazione di oggi e` almeno pacifica o quasi sul piano militare (in apparenza), anche se ha poi bisogno dei suoi nemici (islam, Russia, Cina) e le guerre le conduce un poco per procura qua e la`, ma soprattutto nel mondo arabo.

eppure la globalizzazione porta con se`, scientificamente inevitabile, il rischio o la certezza di una pandemia globale.

la societa` globalizzata costituisce, per sua stessa natura, una condizione di pericolo dal punto di vista sanitario, perche` aumenta in modo esponenziale la possibilita` di diffusione degli agenti infettivi.

insomma, l’essere umano ha un passato biologico di piccoli gruppi di cacciatori nomadi, isolati in territori molto vasti.

lo stanziamento dovuto all’agricoltura, la nascita delle citta`, l’industria moderna rappresentano innovazioni profonde, in tappe successive, che il corpo dell’uomo non ha ancora potuto assimilare bene e in parte non potra` mai farlo.

globalizzazione rischiosa, che si propone adesso di gestire il rischio; e in effetti oramai non abbiamo altre alternative.

ma c’e` da chiedersi se l’alternativa alla globalizzazione selvaggia o alla deglobalizzazione impossibile non possa essere anche nel ridimensionamento della globalizzazione:

una globalizzazione misurata e tenuta sotto controllo.

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Bill Gates, il grande benefattore, si occupa anche dell’intelligenza artificiale (IA):

ammette che la sostituzione della forza lavoro umana con le macchine è un trend ormai consolidato,

che sta disegnando un futuro molto più prossimo di quanto siamo portati a credere:

e solleva molte domande su quale forma potrà prendere la società

e se riuscirà ad assorbire il cambiamento.

secondo Gates una strada piuttosto “semplice” per compensare i posti di lavoro perduti a seguito della sostituzione delle macchine e` tassare i robot.
una tassazione specifica per chi decidera` di adottare sistemi automatizzati a sostituzione dei lavoratori umani, secondo Gates, servira` a finanziare programmi di formazione per lavori dove l’essere umano è ancora insostituibile, come l’educazione dei bambini e la cura degli anziani.
inoltre la tassazione sui robot moderebbe la diffusione dell’automazione ad un ritmo più gestibile.
I governi dovrebbero iniziare a ipotizzare soluzioni così da trovarsi pronti quando improvvisamente vi sarà un eccesso di disoccupati.
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se qualcuno mi legge abitualmente, sa che anche io credo che non ci sia altra soluzione, anche se bisogna ancora lavorare di fino sugli aspetti concreti della proposta. 
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ma il parlamento europeo ha appena rifiutato questa prospettiva.
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mi fa piacere, ovviamente, trovarmi, a sorpresa, in disaccordo con l’Unione Europea e d’accordo con Gates.
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ma poi penso che non abbiamo le stesse motivazioni;
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un poco malignamente osservo che l’Intelligenza Artificiale togliera` risorse a sistemi come Microsoft, che appaiono improvvisamente obsoleti;
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e quindi Gates sta forse parlando pro domo sua.
e tuttavia non e` apprezzabile la preoccupazione paterna per gli uomini comuni da parte di questo moderno Faraone?
insomma, i moderni feudo-tecnocrati sono altruisti, benevoli, competenti: non viene voglia di affidarsi a loro e solamente a loro?

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Mark Zuckenberg, l’imperatore di Facebook, e` diventato uno dei moderni feudo-tecnocrati per un’invenzione in fondo banale,

ed ora e` trattato come un grande sovrano dei secoli antichi quando si reca in visita nelle province del suo impero.

queste sono ancora governate alla vecchia maniera, da dignitari apparentemenete eletti liberamente in strani riti di massa chiamati elezioni.

ma per l’incredibile fortuna toccatagli, questo imperatore Mark, per il resto arrogante e incoerente, si ritiene abilitato a chissa` quali futuri trionfi.

il giorno in cui riuscira` a farsi nominare capo anche dello stato reale in cui vive, la scissione tra i due imperi sara` ricomposta, lui pensa.

e questo lui prepara facendosi scrivere un manifesto politico a favore della globalizzazione.

nelle stesse ore in cui Bill Gates dava esempio del suo spirito umanitario e filantropico.

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frammenti di un dialogo che ha sollecitato questo post:

mcc43:

Avrai visto il Manifesto di Mark Zuckerberg (altrimenti lo trovi nel suo account) e in questo articolo dicono che allude al prossimo utilizzo di una intelligenza artificiale per snidare i cattivi.

Traduttore on line

“In una prima versione del pezzo si legge:

“La promessa a lungo termine dell’intelligenza artificiale è che, oltre a identificare i rischi in modo più rapido e preciso di quanto si sarebbe già potuto fare, si possono anche identificare i rischi che nessuno avrebbe segnalati del tutto – compresi terroristi che progettano attacchi utilizzando canali privati, persone che bullizzano qualcuno facendogli troppo paura perche` lui li denunci, e di altri, sia locali che globali. Ci vorranno molti anni per sviluppare questi sistemi”.

Zuckerberg ha scritto una patetica chiamata spiritual-attivista al suo miliardo di persone che vuole solamente, i più almeno, svagarsi e postare le proprie foto.

La Paura vera è se un’idea così dovesse ispirare qualcuno.

Zuckerberg si presenta come il difensore della globalizzazione, ma non di quella democratica dei diritti, ma di quella tecnocratica del benessere.

il cambio radicale di paradigma e` gia` pronto: prima ancora del nuovo stato, sono stati creati i nuovi cittadini di massa: abulici, disinformati, stupidi.

pronti ad abbandonare l’assurda, faticosa e frustrante pretesa di governare e perfino quella di eleggere i governanti.

a che serve nominare persone che si servono delle cariche per arriccchirsi personalmente e non hanno altro scopo?

tanto le scelte reali sono fatte a monte:

dai feudo-tecnocrati come Gates e Zuckerberg, in effetti.

ridotta ad inutile orpello, la democrazia e` ormai mero rituale, ma potrebbe presto sparire anche come semplice raffigurazione.

non si capisce perche` mai si debba tenere in piedi un costosissimo apparato di decisione apparente guidato da malandrini famelici, quando le stesse scelte potrebbero calare graziosamente dall’alto da sovrani assoluti cosi` benevoli come Zuckerberg o Bill Gates.

le enormi cifre che Gates destina alla beneficenza servono appunto a consolidare le prospettive future di un ritorno a forme di potere autocratico e assoluto…

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il manifesto di Zuckerberg e` la presentazione mielata del Grande Fratello, considerando il quadro d’insieme.

il rischio totalitario che propone Zuckerberg e` molto peggiore di quello folkloristico e in fondo datato di Trump.

Trump si muove nel quadro dei poteri tradizionali, tanto e` vero che e` possibile contrastarlo dal loro interno.

Zuckerbarg, Gates e i successori di Jobs, invece, sono piu` pericolosi ancora, perche` il loro potere dittatoriale assoluto viene costruito ai margini del sistema legale,

e consiste principalmente nella formazione di una realta` parallela che alla fine sara` cosi` forte da convincere gli esseri umani a trasferirsi in essa.

per questo attualmente i poteri tradizionali sembrano disarmati di fronte al fascino ipnotico di questi nuovi poteri che si dicono virtuali, e non sanno come limitarli.

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per ora, noto due cose;

anche Bill Gates, nelle stesse ore, ha fatto qualcosa di simile.

dovremo ricordare il 2017 come il 1917 ma a rovescio: la data di una rottura storica, e la fine di un secolo.

e` l’anno nel quale i feudo-tecnocrati gettano la maschera e si propongono come nuove guide del mondo.

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la seconda: comunque, non hanno capito nulla.

il vero prodotto del loro potere sono i Trump che portano l’ignoranza egoista al governo, non loro, gli umanitari ipocriti, che vorrebbero costruire il loro impero pacifista quasi come lo era quello romano di Augusto, che si dichiarava pure tale.

domandiamoci: in quale altro mondo prima di internet un personaggio grottesco come Trump sarebbe stato considerato seriamente come capo di governo?

ma Trump e` un prodotto dei media e della rete usata come medium (nel doppio senso della parola).

il narcisismo tronfio, arrogante e stupido di Trump e` il ritratto dell’uomo occidentale di oggi, prodotto dalla sua stessa cultura e da internet.

Gates e Zuckerberg si propongono oggi come salvatori dell’Occidente dall’inferno che ha creato e loro per lui.

ma sono soltanto gli apprendisti stregoni di una barbarie che li mette da parte come guru, e li utilizza soltanto come strumento del rozzo narcisimo di massa.

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guardando i selfie del popolo festante si vede la faccia di Trump, non dei suoi avversari che per paradosso hanno contribuito a crearlo.


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