il Foglio e` l’unico quotidiano italiano, assieme al Sole 24 ore, che, per ora, non pubblica video splatter di omicidi e disgrazie sanguinolente varie e al quale dunque do un’occhiata ogni tanto.
(con dispiacere vedo che la moda comincia a diffondersi anche in Germania, del resto, per cui presto finiro` completamente circondato).
e` sul Foglio quindi che vengo informato delle proposte di correzioni alla Costituzione del costituzionalista Ainis.
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Ainis ha avuto una posizione un poco defilata nell’ultimo referendum costituzionale ed e` stato accusato di essere nascostamente filo-renziano per avere sostenuto, in Trentino, che la riforma Renzi blindava le autonomie delle regioni a statuto speciale.
in realta` la sua era una critica e non una forma di appoggio,e bastava leggere il questo sito per accorgersene:
http://www.libertaegiustizia.it/tag/michele-ainis/
comunque la sua e` una voce che si e` collocata fuori dai due cori, del Si` e del No:
ha preferito evidenziare i rischi di uno scontro cieco,
che peraltro e` stato voluto da Renzi, anche se questo Ainis non lo dice.
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ora, dopo la sconfitta del tentativo di stravolgimento renzino, Ainis riapre il dibattito sulle modifiche alla nostra Costituzione da un punto di vista nuovo, che merita di essere analizzato:
punto di partenza e` il declino della democrazia rappresentativa, generato dalla crisi dei partiti politici.
credo che Ainis abbia ragione: uno degli effetti dei social media, che agiscono sempre di piu` come sostituto della vita reale, anziche` come suo supporto, e` la morte dei partiti politici.
dove sopravvive qualcosa di simile a un dibattito collettivo, ancora, e` online, in un blog e su piattaforme informatiche, ma perfino qui la vita politica virtuale mostra segni preoccupanti di declino.
(qui rispondo, per ora in estrema sintesi, anche ai post interessanti che ha dedicato al tema, con un ponderoso approfondimento, l’amico blogger Raimondo Bolletta:
Blog, comunità, partiti, movimenti, social
Blog, comunità, partiti, movimenti, social. 2
Blog, comunità, partiti, movimenti, social. 3
ma spero di tornarci meglio, prossimamente).
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ecco i 5 punti proposti da Ainis per rivitalizzare, nella Costituzione, il potere decisionale dei cittadini:
1) l’estensione del referendum abrogativo oltre i limiti previsti dall’articolo 75 della Costituzione e l’introduzione del referendum propositivo per consentire forme di democrazia digitale in occasione, per esempio, della realizzazione di importanti opere pubbliche;
2) un numero di parlamentari a geometria variabile che tenga conto della percentuale degli elettori astenuti nella competizione elettorale nazionale, perché “un Parlamento non votato è un Parlamento non legittimato” che non dovrebbe (per dirne una a caso) potere procedere alla revisione costituzionale;
3) l’introduzione del limite di due soli mandati per i parlamentari oltre che per i membri del Governo per evitare che il ceto politico perda l’attitudine di trovarsi un’occupazione vera nel mercato del lavoro;
4) la modifica dell’articolo 67 Costituzione che elimini il divieto del vincolo di mandato ed introduca il recall come in Svizzera o negli Stati Uniti, perché i cambi di casacca di deputati e senatori sarebbero il sintomo più evidente dell’irresponsabilità della nostra classe dirigente;
5) una pattuglia di parlamentari estratta a sorte senza timore che vengano nominati soggetti privi di alcuna capacità perché di incapaci comunque sarebbero piene le aule legislative.
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lo ammetto: nel leggere queste proposte mi sono emozionato.
senza essere un costituzionalista, ho ritrovato qui le mie stesse proposte che faccio da qualche anno:
i punti 2 e 5, collegati tra loro, con la riduzione della rappresentanza parlamentare eletta in base alla partecipazione alle elezioni e il riempimento con parlamentari estratti a sorte dei seggi mancanti,
il punto 4 col recall o revoca, attraverso una verifica elettorale, dei parlamentari che palesemente contravvengono al mandato ricevuto dal popolo elettore; in particolare, una verifica della fiducia degli elettori verso i loro rappresentanti dovrebbe essere obbligatoria ogni volta che questi cambiano schieramento politico.
totalmente d’accordo anche sul limite dei mandati parlamentari, per evitare la formazione di un ceto di professionisti della politica.
mi sentivo un dilettante allo sbaraglio; ora mi sento in compagnia di qualcuno piu` competente di me, e la cosa mi conforta parecchio.
ci fosse la possibilita` di creare un movimento per sostenere queste, che sono alcune delle riforme costituzionali vere delle quali l’Italia ha bisogno, io sarei anche personalmente disponibile ad impegnarmi.
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ovviamente mi diverto anche a leggere, sul Foglio, le reazioni contrarie:
il registro della litania populista ed anti sistema,
i contenuti delle proposte di revisione costituzionale che colpiscono per la stramba eterodossia dottrinale
un’impressionante rassomiglianza (consapevole di certo, spontanea non si può dire in che misura) con il programma del partito di Beppe Grillo.
e allora?
di Beppe Grillo penso personalmente molto male e l’ho scritto molto di recente.
ma in queste proposte sento piu` la mano di Casaleggio che di Grillo.
in ogni caso mi sembrano giuste nel loro insieme: vorrei solo vederci piu` chiaro sul punto 1.
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l’Italia e` o non e` una repubblica democratica?
mi sembra di sentirli tutti quelli che sostengono, da Scalfari in giu`, che la vera democrazia e` l’oligarchia.
ma occorre avere studiato il greco antico all’universita` (come me) per sapere che l’unica traduzione autentica in italiano parlato contemporaneo della parola demokratikos sarebbe populista.
leggetevi i filosofi e gli storici aristocratici dell’eta` di Pericle: parlavano della democrazia con lo stesso orrore col quale gli oligarchi di oggi parlano del populismo.
purtroppo non c’e`scampo: se il popolo deve governare, vuol dire anche che governano l’ignoranza, l’egoismo, i pregiudizi.
altrimenti, occorre criticare definitivamente la democrazia e sostituirla con qualcos’altro.
l’unica cosa che non dovrebbe essere ammessa e` chiamare democrazia il suo contrario.
ricordo che studi teorici sui sistemi elettorali hanno dimostrato da tempo che l’unico sistema elettorale veramente perfetto e senza distorsioni e` quello basato sull’estrazione a sorte, che del resto era praticato nell’antica Grecia, alle basi stesse della democrazia.
Zio caro….sono d’accordo praticamente su tutto !
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eh eh, consensi e dissensi: il giusto chiaroscuro… 🙂
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