se 17 miliardi alle banche venete vi sembran sol-Dini – 262

purtroppo devo tornare sul salvataggio a spese del bilancio statale non delle banche venete, come comunemente si dice, ma degli speculatori che le hanno usate per i loro giochetti finanziari.

ho riferito di recente delle posizioni tedesche in un altro post:

https://wordpress.com/post/corpus15.wordpress.com/80755

mostravo allora, per interposto Spiegel, che questo intervento deciso dal governo Gentiloni e` contro tutte le regole europee sottoscritte dall’Italia, che prevedono che in caso di dissesto debbano essere gli azionisti a pagare, in prima battuta, le perdite, assieme a chi ha piu` di 100.000 euro di depositi sul conto corrente.

non mi illudo minimamente che un secondo intervento mio su questo blog sperduto serva a qualcosa: la censura e` di ferro, tutti siamo demoralizzati e anche i miei pochi lettori abituali (io, non so).

ma non posso fare a meno di citare un intervento molto preciso di Lamberto Dini, 86 anni.

. . .

chissa` se qualcuno si ricorda ancora chi era: Direttore Generale della Banca d’Italia dal 1979 al 1994, ministro del Tesoro del primo governo Berlusconi del 1994, poi a sua volta dal 1995 al 1996 capo del governo tecnico seguito alla sua prima e inutile caduta della fine del 1994.

poi nel 1996 ministro degli esteri con Prodi, e in seguito candidato prima per la Margherita e poi di nuovo nel centro-destra; fu determinante, assieme a Mastella, nella caduta del secondo governo Prodi nel 2008.

. . .

non stiamo parlando dunque di un confuso e velleitario blogger, come me, ne` di un populista, come milioni di altre persone stufe dell’andazzo ed additate al pubblico disprezzo; ma di una delle figure del sistema che hanno fatto, nel bene e nel male, la storia del ventennio berlusco-prodiano.

bene, il suo intervento sulla Stampa, e` cosi` preciso e puntuale che lo riporto per intero, solo aggiungendo qua e la`, in neretto, alcune mie osservazioni.

. . .

Caro direttore,

Alcune incongruenze, mancate spiegazioni, debolezze dell’intero processo emergono immediatamente.
Anzitutto: il 23 giugno scorso, la BCE ha dichiarato che le due banche venete fallite o probabilmente fallite; il Single Resolution Board, investito della questione, ha dichiarato che non ricorrono rischi sistemici, e ha rinviato la liquidazione delle due banche alle procedure italiane di insolvenza.
Entrambi hanno fatto risalire l’emersione della situazione di difficoltà delle due banche alla valutazione della qualità degli attivi condotta nel 2014.
Non vi è chi non veda che il tempo trascorso è troppo lungo.
Chiunque si sia occupato di crisi bancarie sa bene che, a partire dal momento nel quale le difficoltà emergono, le perdite accelerano in modo esplosivo.
Il tempo che le autorità – leggi, in particolare, Renzi – hanno impiegato per giungere a una soluzione condivisa ha accresciuto enormemente il volume delle risorse necessarie.
Per la precisione, nel frattempo le autorità nazionali avevano spinto le banche italiane a intervenire nel salvataggio delle due venete, attraverso il Fondo Atlante, con un investimento di circa 3,5 miliardi di euro.

si`, si sta giusto parlando di Renzi: il Fondo Atlante e` una invenzione sua.
Al tempo, le autorità dichiararono solennemente che il problema poteva considerarsi risolto.
si`, si sta giusto parlando di Renzi: queste dichiarazioni sono le sue.
Si scopre ora che quell’investimento viene azzerato; e che le risorse effettivamente necessarie sono pari a quasi 5 volte quelle allora mobilitate.
La credibilità delle autorità ne viene, a dir poco, gravemente indebolita.
in altri termini, Renzi e` un ciarlatano pericoloso.

E per la stabilità del sistema finanziario la credibilità delle autorità ha un peso determinante.
La soluzione oggi prescelta fa carico al contribuente dell’intero volume dei prestiti obbligazionari senior, non subordinati, delle due banche.
in altre parole sono i contribuenti italiani che devono risarcire chi ha prestato alle banche ora fallite il suo denaro in obbligazioni: ovviamente per speculare su interessi piu` alti.
Si tratta di una scelta discutibile, che non appare sufficientemente motivata.
Chi è preposto a verificare l’eventuale presenza di rischi sistemici, che giustifichino interventi di questo tipo, è il Single Resolution Board.
Che, come ricordato, ha dichiarato che quei rischi nel caso in esame non esistono.
Sono stati invocati dal Governo rischi per l’economia regionale.
Ma, considerato le risorse pubbliche di cui si discute, sarebbe necessario qualche spiegazione in più.
Si aggiunga che quelle obbligazioni, ancora non più tardi di un mese or sono, venivano scambiate sul mercato a un prezzo prossimo al 75% del nominale.
Ora verranno rimborsate per intero; poiché offrono cedole piuttosto elevate, dopo l’emanazione del decreto recante l’intervento pubblico quotano sul mercato oltre la pari.
Ciò vuol dire che chi le ha comprate sul mercato un mese fa realizza un utile del 40%, a spese dei contribuenti.
vi rendete conto, miei sparuti e credo a questo punto furiosi lettori?
Cosa giustifica una scelta così radicale?
Chi le ha acquistate sul mercato sapeva bene di pagarle così poco a causa del rischio che incorporavano.
Perché premiarlo, con soldi pubblici, in questa misura?
Qualche risposta in più appare indispensabile.
sempre che ce ne sia qualcuna che possa essere dichiarata in pubblico e non debba essere spiegata a qualche magistrato onesto, se ce ne sono che ritengono di doverci vedere chiaro.

Infine, le modalità con le quali si è scelta la controparte appaiono anch’esse discutibili.

la controparte e` Banca Intesa, alla quale le banche salvate sono poi cedute per un euro!

E’ stato citato, anche dal prof. Giavazzi su questo giornale, il caso del Banco di Napoli.

Occorre però ricordare che allora nel decreto legge che disponeva l’intervento pubblico furono rese chiare le condizioni alle quali sarebbe andato incontro chi fosse intervenuto nella “good bank”, e fu prevista una procedura competitiva per sceglierlo.

Oggi si dice che la procedura competitiva si è già svolta, “anche sulla base di trattative a livello individuale”.

Forse però non a tutti i potenziali interlocutori era chiaro che lo Stato non solo si sarebbe fatto carico di tutti i crediti cattivi, anche di quelli che emergeranno nei prossimi tre anni, ma avrebbe anche fornito il patrimonio necessario per fronteggiare i normali rischi insiti nei prestiti “buoni”.

Anche qui c’è qualcosa da spiegare meglio.

o dolci eufemismi di un uomo di potere.

Le questioni poste non esauriscono certo il novero dei temi da discutere.

Andando indietro, occorrerebbe chiarire meglio perché nel 2012 l’Italia scelse di non ricorrere ai finanziamenti europei a sostegno della capitalizzazione delle banche, sostenendo che non ve ne era alcun bisogno.

Abbiamo pagato quella scelta con il più drastico razionamento del credito di cui si abbia memoria, gravemente pagato dalle imprese e tradottosi in un drammatico calo degli investimenti.

Quel che è seguito testimonia quanto quei fondi europei ci sarebbero stati necessari.

Guardando al futuro, occorre interrogarsi su cosa fare, ammesso che qualcosa sia ancora possibile fare, per riavviare il percorso di costituzione di una vera Unione bancaria, dopo che, con le sue scelte, l’Italia ha scoraggiato partner di per sé riottosi.

Discussioni non facili.

Ma, almeno riguardo al presente, si diano ai contribuenti le risposte alle quali hanno diritto.

. . .

e` ridicolo dirlo, ma mi associo a queste domande.

ridicolo due volte: non solo perche` e` ridicolo che lo chieda anche io, dopo Dini.

ma perche` queste risposte NON POSSONO essere date, sono non dichiarabili.

e del resto non mi pare che ci sia davvero una opinione pubblica che ha  voglia di fare domande.

qui si tratta di soldi, e tantissimi, che scorrono silenziosi e veloci, verso le tasche dei soliti noti.

non sono sol-Dini.

soldi-fine-anno


Lascia un commento, soprattutto se stai scuotendo la testa. Un blog lo fa chi lo commenta. E questo potrebbe diventare il tuo blog.

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.