purtroppo devo tornare sul salvataggio a spese del bilancio statale non delle banche venete, come comunemente si dice, ma degli speculatori che le hanno usate per i loro giochetti finanziari.
ho riferito di recente delle posizioni tedesche in un altro post:
https://wordpress.com/post/corpus15.wordpress.com/80755
mostravo allora, per interposto Spiegel, che questo intervento deciso dal governo Gentiloni e` contro tutte le regole europee sottoscritte dall’Italia, che prevedono che in caso di dissesto debbano essere gli azionisti a pagare, in prima battuta, le perdite, assieme a chi ha piu` di 100.000 euro di depositi sul conto corrente.
non mi illudo minimamente che un secondo intervento mio su questo blog sperduto serva a qualcosa: la censura e` di ferro, tutti siamo demoralizzati e anche i miei pochi lettori abituali (io, non so).
ma non posso fare a meno di citare un intervento molto preciso di Lamberto Dini, 86 anni.
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chissa` se qualcuno si ricorda ancora chi era: Direttore Generale della Banca d’Italia dal 1979 al 1994, ministro del Tesoro del primo governo Berlusconi del 1994, poi a sua volta dal 1995 al 1996 capo del governo tecnico seguito alla sua prima e inutile caduta della fine del 1994.
poi nel 1996 ministro degli esteri con Prodi, e in seguito candidato prima per la Margherita e poi di nuovo nel centro-destra; fu determinante, assieme a Mastella, nella caduta del secondo governo Prodi nel 2008.
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non stiamo parlando dunque di un confuso e velleitario blogger, come me, ne` di un populista, come milioni di altre persone stufe dell’andazzo ed additate al pubblico disprezzo; ma di una delle figure del sistema che hanno fatto, nel bene e nel male, la storia del ventennio berlusco-prodiano.
bene, il suo intervento sulla Stampa, e` cosi` preciso e puntuale che lo riporto per intero, solo aggiungendo qua e la`, in neretto, alcune mie osservazioni.
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Caro direttore,
si`, si sta giusto parlando di Renzi: il Fondo Atlante e` una invenzione sua.
Infine, le modalità con le quali si è scelta la controparte appaiono anch’esse discutibili.
la controparte e` Banca Intesa, alla quale le banche salvate sono poi cedute per un euro!
E’ stato citato, anche dal prof. Giavazzi su questo giornale, il caso del Banco di Napoli.
Occorre però ricordare che allora nel decreto legge che disponeva l’intervento pubblico furono rese chiare le condizioni alle quali sarebbe andato incontro chi fosse intervenuto nella “good bank”, e fu prevista una procedura competitiva per sceglierlo.
Oggi si dice che la procedura competitiva si è già svolta, “anche sulla base di trattative a livello individuale”.
Forse però non a tutti i potenziali interlocutori era chiaro che lo Stato non solo si sarebbe fatto carico di tutti i crediti cattivi, anche di quelli che emergeranno nei prossimi tre anni, ma avrebbe anche fornito il patrimonio necessario per fronteggiare i normali rischi insiti nei prestiti “buoni”.
Anche qui c’è qualcosa da spiegare meglio.
o dolci eufemismi di un uomo di potere.
Le questioni poste non esauriscono certo il novero dei temi da discutere.
Andando indietro, occorrerebbe chiarire meglio perché nel 2012 l’Italia scelse di non ricorrere ai finanziamenti europei a sostegno della capitalizzazione delle banche, sostenendo che non ve ne era alcun bisogno.
Abbiamo pagato quella scelta con il più drastico razionamento del credito di cui si abbia memoria, gravemente pagato dalle imprese e tradottosi in un drammatico calo degli investimenti.
Quel che è seguito testimonia quanto quei fondi europei ci sarebbero stati necessari.
Guardando al futuro, occorre interrogarsi su cosa fare, ammesso che qualcosa sia ancora possibile fare, per riavviare il percorso di costituzione di una vera Unione bancaria, dopo che, con le sue scelte, l’Italia ha scoraggiato partner di per sé riottosi.
Discussioni non facili.
Ma, almeno riguardo al presente, si diano ai contribuenti le risposte alle quali hanno diritto.
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e` ridicolo dirlo, ma mi associo a queste domande.
ridicolo due volte: non solo perche` e` ridicolo che lo chieda anche io, dopo Dini.
ma perche` queste risposte NON POSSONO essere date, sono non dichiarabili.
e del resto non mi pare che ci sia davvero una opinione pubblica che ha voglia di fare domande.
qui si tratta di soldi, e tantissimi, che scorrono silenziosi e veloci, verso le tasche dei soliti noti.
non sono sol-Dini.