ma chi era Zaccaria? – il profeta egiziano 16 – 353

47 Guai a voi, che costruite i sepolcri dei profeti, e i vostri padri li hanno uccisi. 48 Così voi testimoniate e approvate le opere dei vostri padri: essi li uccisero e voi costruite. 49 Per questo la sapienza di Dio ha detto: «Manderò loro profeti e apostoli ed essi li uccideranno e perseguiteranno», 50 perché a questa generazione sia chiesto conto del sangue di tutti i profeti, versato fin dall’inizio del mondo: 51 dal sangue di Abele fino al sangue di Zaccaria, che fu ucciso tra l’altare e il santuario. Sì, io vi dico, ne sarà chiesto conto a questa generazione.
Vangelo secondo Luca, 11, 47-52

un passaggio molto simile, ma notevolmente ampliato, si trova anche nel Vangelo secondo Matteo:

27 Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che assomigliate a sepolcri imbiancati: all’esterno appaiono belli, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni marciume. 28 Così anche voi: all’esterno apparite giusti davanti alla gente, ma dentro siete pieni di ipocrisia e di iniquità.
29 Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che costruite le tombe dei profeti e adornate i sepolcri dei giusti, 30 e dite: «Se fossimo vissuti al tempo dei nostri padri, non saremmo stati loro complici nel versare il sangue dei profeti». 31 Così testimoniate, contro voi stessi, di essere figli di chi uccise i profeti. 32 Ebbene, voi colmate la misura dei vostri padri. 33 Serpenti, razza di vipere, come potrete sfuggire alla condanna della Geènna? 
34 Perciò ecco, io mando a voi profeti, sapienti e scribi: di questi, alcuni li ucciderete e crocifiggerete, altri li flagellerete nelle vostre sinagoghe e li perseguiterete di città in città; 35 perché ricada su di voi tutto il sangue innocente versato sulla terra, dal sangue di Abele il giusto fino al sangue di Zaccaria, figlio di Barachia, che avete ucciso tra il santuario e l’altare. 36 In verità io vi dico: tutte queste cose ricadranno su questa generazione.
Vangelo secondo Matteo, 23, 27-36

come si vede, qui al nome di Zaccaria si aggiunge la precisazione che era figlio di Barachia, per identificarlo col profeta biblico.

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come noto a chi si occupa di queste faccende il Vangelo secondo Luca e il Vangelo secondo Matteo, probabilmente successivo – almeno nella versione attuale -, risalgono entrambi, per una parte almeno, ad un testo cristiano ben piu` antico, la cosiddetta fonte Q, che hanno riutilizzato in modo indipendente, si direbbe.

il testo Q e` stato prima individuato e poi anche ricostruito con metodo filologico e ci da` la versione piu` antica del passo in questione:

47 Guai a voi, che costruite i sepolcri dei profeti, e i vostri padri li hanno uccisi. 48 Così date testimonianza contro voi stessi che siete figli dei vostri padri.
49 Per questo la sapienza ha detto: “Manderò a loro profeti e apostoli ed essi li uccideranno e perseguiteranno”. 50 Percio` sara` chiesto conto a questa generazione del sangue di tutti i profeti, versato fin dall’inizio del mondo, 51 dal sangue di Abele fino al sangue di Zaccaria, che fu ucciso tra l’altare e il santuario. Sì, vi dico, ne sarà chiesto conto a questa generazione.
testo Q

e` da aggiungere che la critica piu` recente ha individuato nel testo Q, a sua volta, la confluenza di almeno due testi differenti piu` antichi; e la parte di cui ci stiamo occupando non sarebbe del nucleo piu` antico del testo, ma di una sua rielaborazione successiva, non saprei dire se antecedente alla guerra giudaica e alla distruzione di Gerusalemme, ma ne dubito, dato che questa sembra oscuramente accennata.

comunque qui questa identificazione con lo Zaccaria profeta biblico minore non c’e`.

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ma non so se qualcuno ha gia` notato la stranezza di questo passo.

pensate che, la prima volta che l’ho letto, mi e` capitato di confondermi, e di leggere non Zaccaria, ma Ezechia: spieghero` dopo perche`.

ma adesso vediamo meglio chi era Zaccaria, per quel tanto che ne possiamo sapere.

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si tratta, come detto, di uno dei cosidetti profeti minori della Bibbia ebraica, l’undicesimo di dodici.

Michelangelo, nella Cappella Sistina, lo raffigura cosi`, forse con riferimento al fatto che risulta morto in eta` avanzata.

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inizio` la sua attivita` sotto l’imperatore persiano Dario nel 520 d.C.; qualche notizia su di lui viene fornita nel Libro di Esdra, che lo definisce figlio di Iddo; ma all’inizio del suo libro si afferma che era figlio di Berechias, a sua volta figlio di Iddo, ma si tratta probabilmente di una interpolazione per mettere d’accordo notizie contraddittorie.

il testo che circola sotto il suo nome e` composito; una parte oscura e allegorica ricorda da vicino certi passi dell’Apocalisse cristiana; altri passi hanno dei riferimento precisi con la vicenda di Jeshu come viene narrata nel cristianesimo nascente:

[9,9]
Esulta grandemente figlia di Sion,

giubila, figlia di Gerusalemme!
Ecco, a te viene il tuo re.
Egli è giusto e vittorioso,
umile, cavalca un asino,
un puledro figlio d’asina.

[14,2]
Il Signore radunerà tutte le genti contro Gerusalemme per la battaglia; la città sarà presa, le case saccheggiate, le donne violate, una metà della cittadinanza partirà per l’esilio, ma il resto del popolo non sarà strappato dalla città. [3] Il Signore uscirà e combatterà contro quelle nazioni, come quando combattè nel giorno della battaglia.
[4] In quel giorno i suoi piedi si poseranno sopra il monte degli Ulivi che sta di fronte a Gerusalemme verso oriente, e il monte degli Ulivi si fenderà in due, da oriente a occidente, formando una valle molto profonda; una metà del monte si ritirerà verso settentrione e l’altra verso mezzogiorno.

il resto della lunga profezia, riservata agli appassionati del genere, doveva suggestionare profondamente gli ebrei durante l’assedio romano di Gerusalemme, dato che parla di un tema simile.

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i profeti Gioele e Aggeo risultano piu` o meno contemporanei di Zaccaria, il cui nome significa Jahve` ricorda, e il profeta Malachia, che chiude la serie dei profeti minori nella Bibbia, e` considerato successivo a lui.

quindi Zaccaria non puo` essere considerato l’ultimo dei profeti ne` in ordine cronologico ne` di edizione, come risulterebbe dalle citazioni di sopra, ma dovrebbe essere l’ultimo dei profeti che sarebbero stati uccisi dagli ebrei, e si precisa anche dettagliatamente: fra l’altare e il santuario.

si parla dunque del secondo tempio, finito di costruire nel 515 a.C..

il problema e` che di questo presunto assassinio dell’antico profeta Zaccaria, per giunta ad opera di altri ebrei, non abbiamo alcuna notizia, neppure da Giuseppe Flavio, che pure lo cita nelle sue Antichita` Giudaiche, del tutto tranquillamente, e neppure riusciamo a contestualizzarlo in qualche modo nella storia ebraica del periodo, in modo da potere quanto meno immaginare chi potrebbe averlo ucciso.

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ma forse questo Zaccaria e` stato confuso con un altro Zaccaria vissuto un paio di generazioni prima e che sarebbe stato lapidato durante l’assedio di Gerusalemme da parte del re babilonese Nebuchadnezzar II nel 587 a.C., ma non era un profeta.

insomma, eccoci nella solita devastante confusione di nomi, personaggi, date.

naturalmente non manca poi neppure qualche notizia tarda, successiva alla diffusione dei vangeli, che cerca poi di rabberciare l’insieme con invenzioni leggendarie che nascono dalla volonta` di spiegare questi riferimenti, ma credo che possiamo tranquillamente trascurarle.

insomma, di un profeta Zaccaria, ucciso da ebrei fra il santuario e l’altare, nessuno sa nulla prima di questa affermazione attribuita a Jeshu.

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ma qui vorrei tenere un punto fermo e torno allo spunto iniziale.

non e` assolutamente chiaro, e dovrebbe colpire subito il lettore, perche` mai Jeshu dovrebbe considerare la presente generazione responsabile della morte violenta di un profeta che – se mai avvenuta – risale a cinque secoli prima, o forse sei.

sarebbe come rimproverare oggi i fiorentini per il rogo di Savonarola e dirgli che il suo sangue ricadra` su di loro.

qui si parla di
padri della generazione attuale che hanno ucciso i profeti con una veemenza che difficilmente lascia pensare che Jeshu si riferisca a qualche episodio dei secoli andati.

e la stessa esatta definizione del luogo dell’omicidio (fu ucciso tra l’altare e il santuario) ha tutta la vivezza di una esperienza recente.

insomma, tutto induce a pensare che, parlando di profeti uccisi dai padri, a cui i figli oggi costruiscono tombe, Jeshu non si riferisse ai profeti compresi nella Bibbia, ma ad altre figure ben piu` vicine a lui.

e in effetti un altro Zaccaria della generazione precedente a quella di Jeshu non facciamo fatica a trovarlo nella tradizione evangelica, anche se non si tratta di uno dei profeti riconosciuti.

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si tratta di Zaccaria, padre di Johannes il Battezzatore, di cui si racconta ampiamente all’inizio del Vangelo secondo Luca.

fu Origene nel III secolo a fare l’ipotesi che lo Zaccaria ucciso la generazione precedente, il cui sangue ricade ora sui figli dei suoi assassini, fosse il padre di Johannes, che sarebbe stato fatto uccidere da Erode il Grande.

su questa base si svilupparono leggende che ne collegarono la morte alla cosiddetta strage degli innocenti (assolutamente leggendaria pure lei).

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ad esempio, il martirio di questo Zaccaria, esattamente nei termini dei riferimenti nel testo Q, viene narrato con molti dettagli nel Protovangelo di Giacomo, un vangelo apocrifo considerato dagli studiosi immediatamente successivo ai due canonici secondo Matteo e secondo Luca, ma scritto da persona che ignora profondamente oramai la cultura ebraica e che personalmente ritengo possa essere piu` tardo, data l’evidente relazione con l’ipotesi fatta da Origene, nella prima meta` del terzo secolo.

la narrazione ha quindi carattere totalmente leggendario, ed e` DEDOTTA dai due vangeli canonici, e non riporta alcuna tradizione piu` antica che possa indurre a considerarla attendibile storicamente:

[22, 1] Accortosi di essere stato giocato dai magi, Erode si adirò e mandò dei sicari, dicendo loro: “Ammazzate i bambini dai due anni in giù”.

[2] Maria, avendo sentito che si massacravano i bambini, prese il bambino, lo fasciò e lo pose in una mangiatoia di buoi. [3] Anche Elisabetta, sentito che si cercava Giovanni, lo prese e salì sulla montagna guardandosi attorno, ove nasconderlo; ma non c’era alcun posto come nascondiglio. Elisabetta, allora, gemendo, disse a gran voce: “Monte di Dio, accogli una madre con il suo figlio”. Subito il monte si spaccò e l’accolse. E apparve per loro una luce, perché un angelo del Signore era con loro per custodirli.

[23, 1] Erode, nel mentre, cercava Giovanni, e mandò dei ministri da Zaccaria, dicendo: “Dove hai nascosto tuo figlio?”. Rispose loro: “Io sono un pubblico ufficiale di Dio e dimoro costantemente nel tempio del Signore, non so dove sia mio figlio”. [2] I ministri se ne ritornarono per riferire tutto ciò a Erode. Adiratosi, Erode disse loro: “E’ suo figlio colui che regnerà su Israele!”. Mandò, perciò, di nuovo da lui per dirgli: “Dì proprio la verità: dov’è tuo figlio? Sai bene che il tuo sangue sta sotto la mia mano”. [3] Zaccaria rispose: “Se tu spargerai il mio sangue, io sarò un testimone di Dio. Il mio spirito sarà accolto dal Padrone, poiché tu spargerai sangue innocente nel vestibolo del tempio del Signore”. Allo spuntare del giorno, Zaccaria fu ucciso. I figli di Israele non sapevano che era stato ucciso.

[24, 1] All’ora del saluto, i sacerdoti uscirono, ma Zaccaria non venne loro incontro, come di solito, con la benedizione. I sacerdoti stettero a aspettare Zaccaria per salutarlo nella preghiera e glorificare l’Altissimo. [2] Ma, dato che tardava, tutti si intimorirono. Uno di loro si fece coraggio: entrò e vide presso l’altare del sangue coagulato e udì una voce che diceva: “Zaccaria è stato ucciso! Il suo sangue non sarà cancellato fino a quando non giungerà il suo vendicatore”. All’udire tali parole ebbe paura, e uscì per riferire ai sacerdoti. [3] Questi si fecero coraggio, entrarono e videro quanto era accaduto: gemette la travatura del tempio, ed essi si strapparono le vesti dall’alto in basso. Non trovarono il suo corpo, trovarono invece il suo sangue pietrificato. Pieni di timore, uscirono e annunziarono a tutto il popolo che Zaccaria era stato ucciso. Lo vennero a sapere tutte le tribù del popolo, che lo piansero e fecero cordoglio per tre giorni e tre notti. [4] Dopo i tre giorni, i sacerdoti deliberarono chi mettere al suo posto, e la sorte cadde su Simeone. Questo, infatti, era colui che era stato avvisato dallo Spirito santo che non avrebbe visto la morte fino a quando non avesse visto il Cristo nella carne.

[25, 1] Alla morte di Erode, essendo sorto a Gerusalemme un trambusto, io Giacomo, che ho scritto questa storia, mi ritirai nel deserto, fino a quando cessò il trambusto a Gerusalemme, glorificando il Padrone Dio che mi ha concesso il dono e la saggezza per scrivere questa storia. [2] La grazia sarà in coloro che temono il Signore nostro Gesù Cristo, al quale sia gloria nei secoli dei secoli. Amen.

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ed e` questo Zaccaria che e` poi considerato esplicitamente e venerato come profeta e martire anche nell’islam:  e la sua tomba sarebbe nella principale moschea di Aleppo.

e qui il condizionale non si riferisce alla tomba, che certamente esiste, ma all’identita` del corpo che contiene.

Aleppo_-_Prophet_Zakariyya

va da se` che il culto islamico del padre del personaggio che per i cristiani era Giovanni Battista e di lui stesso (la cui tomba si troverebbe nell’altra grande moschea siriana, quella di Damasco) era ottimo, politicamente parlando, per conciliare le popolazioni cristiane sottomesse con l’islam.

ma addirittura, nel 2003, è stata decifrata un’iscrizione delsecolo sulla cosiddetta Tomba di Absalom, un monumento del 1 ° secolo a Gerusalemme:

“Questa è la tomba di Zachariah, il martire, il santo sacerdote, il padre di Giovanni”.

la datazione dell’iscrizione basta da sola a considerarla priva di qualunque valore storico e semplice prodotto del solito fiume di leggende che si svilupparono a partire dall’ipotesi di Origene.

ipotesi che pero`, a mio parere, naufraga contro lo stesso scoglio su cui naufraga la precedente: la mancanza di riferimenti storici.

se un sacerdote del tempio fosse stato ucciso nel tempio stesso ad opera degli ebrei, come avrebbe potuto Giuseppe Flavio tacere un episodio simile, che oltretutto si sarebbe svolto in tempi cosi` prossimi a lui?

anche questo Zaccaria, profeta e martire, tramonta.

ma il fatto e` che non abbiamo altri Zaccaria candidabili al ruolo, se non questi due o tre…: uno Zaccaria lapidato nel 587 a.C., ma non dagli ebrei e non era un profeta; uno Zaccaria profeta vissuto quasi un secolo dopo, che pero` risulta morto pacificamente nel suo letto in veneranda eta`; e uno Zaccaria del tempo di Jeshu e molto vicino a lui, di cui tuttavia nessuno storico sa nulla. 

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Giuseppe Flavio ci parla si` di un’uccisione avvenuta un paio di generazioni prima di quella attribuita a Jeshu, ma non si tratta di uno Zaccaria.

5. V’era Giuda, figlio del capo bandito Ezechia, il quale era stato uomo di grande potere e fu catturato da Erode solo con molta difficoltà.
Antichita` Giudaiche, Libro XVII, 271

dobbiamo vedere qualche antecedente storico:

Ircano II, ultimo discendente della dinastia asmonea, era stato re di Giudea e sommo sacerdote per tre mesi nel 67 a.C., prima di essere destituito dal fratello Aristobulo, che era riuscito alla fine ad impadronirsi del tempio.

subito dopo Ircano si rifugio` presso Areta III, re dei Nabatei, e con lui pose l’assedio a Gerusalemme, facendo uccidere in quella occasione un saggio ebreo, Honi Hameaggel.

ma nel 63 a.C. intervennero nella regione i romani e, per decisione di Pompeo, a Ircano II fu restituito il sommo sacerdozio, ma il potere politico sulla regione passo` nelle mani di un certo Antipatro, nominato procuratore di Giudea.

seguirono anni di insurrezioni e tumulti.

nel 47 a.C. Cesare aveva deciso di rimettere sul trono di Giudea Ircano, per provare a pacificare la regione, confermandolo anche nel sommo sacerdozio a vita e per i suoi figli: Giuseppe Flavio pubblica il relativo decreto:

Antichita` Giudaiche, Libro XIV, 199 – 4. “Gaio Cesare, Imperatore, Dittatore e Console in riconoscimento dell’onore, della virtù, e della benevolenza di Ircano, figlio di Alessandro, e nell’interesse del Senato e del popolo di Roma, ha concesso che sia lui che i suoi figli siano sommi sacerdoti e sacerdoti di Gerusalemme e della loro nazione con gli stessi diritti e sotto le stesse norme seguite dai loro padri che ininterrottamente tennero l’ufficio di sacerdoti.
200 – 5. Gaio Cesare, Console per la quinta volta, ha decretato che costoro riceveranno la città di Gerusalemme e la fortificheranno, e che Ircano, figlio di Alessandro, sommo sacerdote ed etnarca dei Giudei, la occuperà nel modo che egli stesso vorrà”.

ma si trattava di una decisione soltanto formale, dato che Ircano delegava ancora tutte le decisioni ad Antipatro.

Libro XIV, 158 – 2. [Antipatro] però vedendo che Ircano era un uomo sciocco e indolente, designò a governatore di Gerusalemme e della regione circostante, il suo figlio più anziano, Fasaele, e affidò la Galilea al suo secondogenito, Erode, ancora molto giovane; infatti aveva soltanto quindici anni.
159 La sua tenera età non gli fu di impedimento; anzi, siccome era un ragazzo d’animo grande, trovò presto l’opportunità di mostrare il suo valore.

dunque Erode il Grande era stato nominato governatore della Galilea nel 47 a.C.; e risale a poco dopo la cattura e l’uccisione di Ezechia, il padre di Giuda il Galileo:

159 Venuto a sapere che Ezechia, un capo bandito, con un numeroso seguito, infestava ai confini della Siria con una numerosa banda, lo catturò e l’uccise, e con lui molti banditi che erano con lui.
160 Questa impresa fu ammirata moltissimo dai Siri, poichè aveva pulito la loro regione da una squadra di banditi dalla quale da tanto tempo bramavano di essere liberati. Così cantavano le lodi per villaggi e città, dicendo che aveva dato loro la pace e la sicura soddisfazione dei loro beni. Per opera di questa azione fu conosciuto da Sesto Cesare, un parente del grande Cesare e governatore della Siria.

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si potrebbe dunque fare un’ipotesi alquanto spericolata e pensare quindi che il nome originario nella fonte Q fosse Ezechia e che questo sia stato sostituito nei due vangeli da essa derivati col nome del profeta ufficiale che piu` gli somigliava, per una specie di conformismo informativo, cercandolo tra loro.

l’ipotesi e` affascinante perche` questo Ezechia poteva essere stato il nonno di Jeshu; ma neppure qui troviamo una risposta convincente: l’uccisione di Ezechia non avvenne affatto nel tempio di Gerusalemme, ma ai confini della Siria.

e forse anche in un momento un po’ troppo lontano, comunque, per considerarne responsabili i padri della presente generazione.

quindi anche l’ipotesi Ezechia, poi trasformato in Zaccaria, esce di scena.

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eppure e` proprio l’uccisione di Ezechia che provoca uno strascico sconcertante: lasciatemi fare una apparente divagazione per lasciare la parola allo Giuseppe Flavio, che illustra molto bene il clima culturale, religioso e politico fra gli ebrei in quegli anni:

165 Ma i capi Giudei erano pieni di paura vedendo lo stupore e la noncuranza di Erode e quanto fosse profondo il suo desiderio di dominio. Così si presentarono a Ircano […] dicendo:
“Fino a quando te ne starai zitto di fronte a quanto sta accadendo? […] 167 Erode, suo figlio, uccise Ezechia e molti dei suoi uomini in spregio della nostra legge, che ci vieta di uccidere un uomo, anche se malfattore, a meno che prima sia stato condannato dal sinedrio. Eppure egli osò tanto senza averne da te l’autorizzazione ”.
168 – 4. Ascoltati questi argomenti, Ircano ne fu persuaso; e le madri degli uomini assassinati da Erode infiammarono ancora più il suo sdegno, perché ogni giorno venivano nel tempio a pregare il re e il popolo a citare Erode in giudizio davanti al sinedrio per quello che aveva fatto.
169 Mosso perciò da queste istanze, Ircano citò Erode in giudizio per i crimini dei quali era accusato. Dopo avere sistemato gli affari della Galilea, nel modo che a suo parere era il migliore, ma messo in guardia dal padre di non presentarsi in città come privato cittadino, ma con la sicurezza di una guardia del corpo, egli si presentò con un manipolo bastante per gli scopi del viaggio, e sufficiente per non incutere paura, senza apparire formidabile davanti a Ircano; arrivò con un largo nucleo di uomini, e tuttavia senza essere completamente disarmato e senza protezione. Così si presentò al suo tribunale.
170 Intanto Sesto, governatore della Siria, scrisse a Ircano esortandolo a scagionare Erode dall’accusa e rinviarlo assolto, e aggiunse minacce qualora avesse disobbedito. La lettera di Sesto offrì a Ircano un pretesto per lasciare che Erode uscisse dal sinedrio libero da qualsiasi pena. Egli, infatti, gli voleva bene come a un figlio.
171 Ma quando Erode si presentò davanti al sinedrio col suo manipolo li spaventò tutti quanti, e nessuno di quelli che prima della sua comparsa l’aveva calunniato osò accusarlo dopo. Ci fu invece silenzio e incertezza sul da farsi.
172 Mentre essi erano in questo stato, uno di nome Samaia, uomo giusto e perciò superiore alla paura, si alzò e disse:
“Colleghi sinedristi e re, io personalmente non ho mai conosciuto, e suppongo che nessuno di voi possa nominare, qualcuno che convocato in giudizio davanti a voi, si sia mai presentato in questa maniera. Qualsiasi, infatti, fosse la causa della comparizione in giudizio davanti al sinedrio, è sempre comparso in umile comportamento, e con l’aspetto timoroso di colui che domanda da voi pietà; con i capelli lunghi e scarmigliati, indossando una veste nera. 173 Questo eccellente Erode accusato di omicidio, e citato qui per questa accusa si è presentato vestito di porpora con i capelli della sua testa accuratamente sistemati, circondato da soldati, per ucciderci qualora lo condannassimo come prescrive la legge, e per salvare se stesso oltraggiando la giustizia. 174 Ma non è Erode che dovrei biasimare per questo o per avere egli posto i propri interessi al di sopra della legge, ma voi e il re, per avergli concesso una licenza così grande. Siate certi, tuttavia, che Dio è grande, e quest’uomo che ora volete assolvere per amore di Ircano, un giorno punirà sia voi che il re”.
175 E non si sbagliava in alcuna parte della sua predizione. Infatti, quando Erode assunse il potere regio, uccise Ircano e tutti gli altri membri del sinedrio, eccetto Samaia; 176 che teneva in grandissimo onore sia per la sua giustizia sia perché, più tardi, quando la città fu assediata da Erode e Sossio, consigliò il popolo ad accettare Erode, affermando che a motivo delle loro mancanze non avrebbero potuto sottrarsi a lui.
177 – 5. Ora allorché Ircano vide che i membri del sinedrio erano inclini a condannare a morte Erode, differì il giudizio a un altro giorno e segretamente mandò ad avvertire Erode consigliandogli di fuggire dalla città, essendo quella l’unica maniera per scampare al pericolo.
178 Egli si rifugiò a Damasco come uno che fugge dal re; e, andato da Sesto Cesare assicurò le cose sue in modo che qualora fosse di nuovo citato in giudizio davanti al sinedrio non avrebbe più obbedito.
179 I membri del Sinedrio si indignarono e cercarono di persuadere Ircano del fatto che tutte queste cose erano dirette contro di lui; ma sebbene egli non lo ignorasse, era incapace di fare qualcosa, a motivo della sua inettitudine e follia.
180 Allorché Sesto fece Erode governatore della Celesiria, e gli diede questo titolo per denaro, Ircano ebbe paura che Erode si schierasse contro di lui. E non trascorse molto tempo che questa paura passò ad effetto, perché Erode andò contro di lui con un esercito, poiché era sdegnato a motivo del processo e perché era stato convocato a rendere conto di se stesso davanti al sinedrio.
181 Erode fu però impedito dall’attaccare Gerusalemme da suo padre Antipatro e da suo fratello, che gli andarono incontro e smorzarono la sua impetuosità e lo convinsero a non compiere alcuna azione violenta, accontentandosi di avere atterrito Ircano con le minacce .[…]

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eppure, alla fine, una perfetta descrizione in Giuseppe Flavio di quel che e` accennato nel testo Q l’ho trovata.

ma ribalta completamente molti luoghi comuni che vengono dati per scontati.

Felice era risentito verso il sommo sacerdote Gionata a motivo dei frequenti avvertimenti di amministrare meglio gli affari della Giudea; Gionata, infatti, temeva di incorrere nella censura della gente, in quanto, era stato lui che aveva domandato a Cesare di inviare Felice come procuratore della Giudea. Felice trovò un pretesto per allontanare dalla sua presenza un uomo che ormai gli era diventato importuno: incessanti rimproveri annoiano coloro che hanno scelto di agire malamente.
163 Per tale motivo, dunque, con la promessa di una grande somma, Felice corruppe l’amico più fidato di Gionata, nativo di Gerusalemme, di nome Dora, con la promessa di dargli una grande somma da portare ai briganti per attaccare Gionata e ucciderlo. Dora accettò ed escogitò di farlo assassinare dai briganti nel seguente modo.
164 Alcuni di questi briganti salirono in città come se avessero l’intenzione di venerare Dio, ma sotto le vesti portavano i pugnali, e mischiatisi con la gente attorno a Gionata, lo assassinarono.

Antichita` Giudaiche, Libro XX, 162

e siccome Gionata era sommo sacerdote, dal contesto si comprende che fu ucciso giusto nel tempio, dove svolgeva le sue funzioni nel 56 d.C..

aggiungo, a favore di questa identificazione che nell’opera di Giuseppe Flavio questo episodio precede immediatamente quello del profeta egiziano che si accampa di fronte a Gerusalemme sul Monte degli Ulivi assieme a 40.000 seguaci, promettendo loro che un intervento divino ne avrebbe distrutto le mura.

naturalmente viene spontaneo obiettare che neppure questo Gionata era realmente un profeta; eppure il suo ruolo di opposizione al potere politico in nome di esigenze morali e sociali del popolo e` esattamente quello che avevano svolto i profeti nei secoli precedenti, e dunque la definizione di profeta gli calza a pennello da questo punto di vista.

ma poi, e soprattutto, Gionata viene ucciso dai briganti, cioe` dai rivoluzionari zeloti, che Giuseppe Flavio chiama sempre cosi`: possibile che qui Jeshu critichi cosi` aspramente un movimento al quale era stato cosi` strettamente contiguo?

un ulteriore elemento di difficolta` sta nel fatto che risulta sconcertante che Jeshu attribuisca il ruolo di profeta ad un sommo sacerdote, cioe` al massimo esponente della classe sacerdotale che attacca e critica costantemente.

la risposta a questa obiezione verra` data nel prossimo post.

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e la cronologia?

totalmente ribaltata.

e perfino se Jeshu era il profeta egiziano, la sua azione e` praticamente contemporanea all’uccisione di Gionata nel tempio, se non addirittura antecedente. 

la risposta e` una sola: come abbiamo visto, questa parte del testo Q non e` quella originale, ma appartiene ad uno strato piu` tardo, e c’e` qualche motivo di dubitare che questo possa essere stato composto DOPO la tragica fine della guerra giudaica, quindi una ventina d’anni almeno dopo l’uccisione di Gionata.

anche in questo caso vengono dunque attribuite a Jeshu affermazioni dei suoi seguaci, per dare loro piu` autorita`.

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non sono disposto a sconnettere che neppure questo tentativo di spiegazione possa essere quello giusto.

in circa un secolo di storia ebraica, esaminando con attenzione Giuseppe Flavio ho trovato soltanto nella sua Guerra Giudaica questo altro episodio che si avvicina a quello accennato nella fonte Q:

Libro IV:335 Si erano prefissi di eliminare uno dei personaggi più in vista, Zaccaria figlio di Baris, contro il quale li avevano inveleniti la sua grande avversione al male e l’amore per la libertà; inoltre era anche ricco, sì che non solo speravano di appropriarsi dei suoi beni, ma anche di liberarsi di un avversario potente e temibile.
336 Pertanto intimarono a settanta dei cittadini più ragguardevoli di radunarsi nel tempio, assegnarono a questi come in una rappresentazione teatrale la funzione di giudici senza alcun effettivo potere, e dinanzi a loro accusarono Zaccaria di voler consegnare la patria ai romani e di aver organizzato il tradimento mettendosi in relazione con Vespasiano.
337 Le accuse non si fondavano né su una prova né su un indizio, ma essi dichiararono di esserne fermamente convinti e pretendevano che ciò bastasse a ritenerle vere.
338 Zaccaria, visto che non gli restava alcuna speranza di salvezza, giacché era stato convocato non in un tribunale ma in una prigione, non si lasciò chiudere la bocca dalla disperazione, ma si levò a sottolineare la balordaggine delle accuse e in breve demolì gli argomenti addotti contro di lui.
339 Poi, ritorcendo il discorso contro gli accusatori, enumerò tutti i loro misfatti  si soffermò a deplorare la catastrofica situazione che n’era derivata.
340 Gli Zeloti andarono sulle furie e a stento si trattennero dallo sguainare le spade perché volevano spingere fin in fondo la celebrazione del processo per gioco e, per di più, mettere alla prova i giudici, per vedere se avrebbero rispettato la giustizia anche con pericolo della loro vita.
341 I settanta all’unanimità votarono per l’assoluzione dell’imputato, preferendo affrontare la morte insieme con lui anziché accollarsi la responsabilità della sua condanna.
342 Di fronte alla sentenza di assoluzione gli Zeloti scoppiarono in schiamazzi, e mentre tutti inveivano contro i giudici per non aver capito che si era trattato solo di una burla, 343 due dei più facinorosi si avventarono su Zaccaria, lo uccisero in mezzo al tempio e ne schernirono il cadavere dicendo: “Eccoti anche il nostro voto per essere più sicuro di andartene”; poi dall’alto del tempio lo gettarono nel sottostante burrone.
344 I giudici li percossero ignominiosamente col rovescio delle spade scacciandoli dal tempio, e li risparmiarono soltanto perché, ritornandosene alle loro case, facessero sapere a tutti chi erano i padroni.

Lo uccisero in mezzo al tempio, si legge nel testo Giuseppe Flavio, in maniera abbastanza incongruente, dato che poco prima si era detto che il finto processo a Zaccaria si svolgeva in una prigione: ma poi, attenzione, lo Zaccaria evangelico fu ucciso nel naos, a differenza di quello flaviano.

Inoltre il patronimico citato da Giuseppe Flavio è diverso da quello evangelico: il primo e` figlio di Baris, il secondo di Barachias.

inoltre siamo nel pieno della guerra giudaica, attorno all’anno 68 d.C., e non si vede proprio come questo Zaccaria possa essere identificato con un profeta.

resterebbe ancora un riferimento polemico contro gli zeloti attribuito a Jeshu, ma che si sarebbe svolto diversi anni dopo la sua morte.

quindi, di nuovo, si avrebbe la prova provata dell’attribuzione a Jeshu di affermazioni indubbiamente successive, in un totale anacronismo.

. . .

insomma, l’identificazione storica di questo profeta Zaccaria resta irrisolta.

ma per ora restiamo aa una constatazione tutt’altro che trascurabile: qualunque ipotesi si scelga per individuare lo Zaccaria ucciso dai padri della presente generazione, si deve ammettere che il nome Zaccaria e` con grandissima probabilita` un nome falso, un nome civetta.

con esso si accenna probabilmente ad un episodio della cronaca recente, considerandolo ben noto a chi ascolta, e parlando in codice, sostituendo il nome reale del personaggio con un nome biblico conosciuto che appare una figura simile.

. . .

qui c’e` da riflettere che i testi su Jeshu erano ai loro tempi i punti di riferimento di movimenti rivoluzionari: non stupisce che fossero scritti in codice, che i nomi reali dei personaggi siano alterati, mettendo al loro posto figure storiche.

erano testi clandestini e di rivolgevano ai seguaci da poco convertiti.

non si poteva rischiare una identificazione degli aderenti al movimento messianista con i loro nomi reali.

dunque, ecco una osservazione banale, ma che puo` portare una grande chiarezza: i vangeli sono cosi` confusi storicamente anche perche` venivano scritti in codice, soprattutto alle origini.

e qui Jeshu (o chi per lui ha scritto queste parole) protesterebbe per la morte del sommo sacerdote Gionata, ucciso da una infame e provvisoria alleanza fra il governatore romano Felice e l’ala radicalizzata degli zeloti, dediti alla lotta armata, alludendo a lui col chiamarlo simbolicamente Zaccaria: tanto il riferimento cosi` attuale era comunque chiarissimo per chi lo ascoltava.


6 risposte a "ma chi era Zaccaria? – il profeta egiziano 16 – 353"

  1. Nel Vangelo armeno dell’infanzia, viene dichiarato che Zaccaria figlio di Barachia fosse proprio il padre di Giovanni.

    Per il resto ho raccolto pure io tutte le fonti che parlano della morte di Zaccaria:

    https://originidellereligioni.forumfree.it/m/?t=78418993

    …e con queste ho dedotto che i Cristiani abbiano spostato tutti gli eventi circa 40 anni prima la caduta del Tempio di Gerusalemme.

    Giovanni di Giascala ( chiamato ben Zakkai dai rabbini) era proprio quel Giovanni che causò la morte di Zaccaria ( che in tutte le fonti appare in qualche modo in contatto con i romani).
    Per il resto soltanto Giovanni di Giascala riuscì storicamente a farsi re a Gerusalemme, commettendo una lesa maestà o usurpando il trono del Re Erode (Agrippa II). Non solo, è l’unico personaggio storico che riuscì, come al Gesù evangelico, ad occupare il Tempio di Gerusalemme, interrompendo definitivamente i riti sacrificali!

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    1. ma il Vangelo armeno dell’infanzia è un apocrifo molto moto tardo, che difficilmente può essere preso come fonte storica, anche se potrebbe contenere leggende più antiche.

      trovo piuttosto interessante, invece, la tua rassegna di fonti sulla figura di Zaccaria.
      il confronto fra le notizie storiche fornite da Giuseppe Flavio e le rielaborazioni leggendarie della tradizione evangelica è davvero illuminante; credo che tu abbia trovato in effetti chi era lo Zaccaria al quale ci si riferisce con le parole attribuite a Jeshuu nei vangeli secondo Luca e Matteo, ma siccome si tratta di una persona uccisa dagli zeloti durante l’assedio di Gerusalemme, attorno al 70 d.C., l’identificazione è stata messa in disparte dagli studiosi delle origini del cristianesimo, perché dimostra chiaramente che questi vangeli sono stati scritti dopo la caduta di Gerusalemme e presumibilmente anche dopo la stesura della Guerra Giudaica, pubblicata verso l’80 d.C.

      giustamente tu parli di uno slittamento provato in avanti e lo calcoli in circa quarant’anni.
      ma se si accetta che Jershuu fosse il profeta egiziano di cui parla il vero Giuseppe Flavio (e non quello del Testimonium Flavianum falsificato), allora lo spostamento risulta di solo una quindicina d’anni e diventa più plausibile.

      anzi queste osservazioni rafforzano l’identificazione proposta da me (e anche dalla Einhorn) e l’idea che, per motivi loro i seguaci di Jeshuu in seguito abbiano anticipato le vicende di Jeshuu e di Johanaan di una ventina d’anni.

      vedo ora di essere stato citato da te più di un anno fa, e ti ringrazio; purtroppo in casi come questi non si riceve nessuna notifica che permetta di intervenire nel dibattito.

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