il generoso non capisce… – 388

… la cosa piu` banale.

gli uomini sono egoisti.

come ogni altro organismo vivente (ma stavo digitando: egoismo vivente).

una regola semplice della biologia in un ambiente difficile ed ostile per la vita come la superficie terrestre.

datemi un ambiente planetario tranquillo e senza problemi e forse allora potrete avere anche una vita altruista.

. . .

il generoso che vive sulla Terra, ma non ha i piedi per terra, non capisce la cosa piu` semplice.

l’egoismo e` miope e non bastano gli occhiali o le lenti a contatto per correggere la miopia.

l’organismo egoista vive nel presente e non ha nozione emotiva del futuro.

quando proprio devono amare i figli, gli organismi viventi li amano per come sono al presente: non e` previsto l’amore per gli sconosciuti figli nel futuro; e potrebbe anche svanire.

. . .

non parlate quindi agli esseri umani dei problemi futuri: non li vedono e non li sentono.

non parlate del futuro dei figli, perche` i figli sono soltanto quei bambolotti rosei e preziosi del momento presente.

e` cosi` difficile orientarsi gia` soltanto nel tempo presente; figuriamoci la pena ad aggiungere anche la variabile del futuro, oltretutto sfuocata.

del resto, pensano con ragione gli uomini, se proprio devono dare una giustificazione al loro egoismo cieco, il futuro e` cosi` incerto che non ha nessun senso sacrificare il corposo presente all’evanescente futuro.

. . .

egoisti e ciechi: pericolosi a se stessi e agli altri.

inevitabilmente condannati a farsi del male, forse ad uccidersi senza neppure saperlo e volerlo.

14-bruegel-la-parabola-dei-ciechi

. . .

e il generoso, che crede di sapere e di vedere?

e` soltanto reso presbite e pessimista dalla vecchiaia.


4 risposte a "il generoso non capisce… – 388"

  1. ah, una bella discussione davanti al camino, piuttosto (purtroppo improponibile in questi tempi che la mia casa e` un cantiere).

    sembra anche a me, un po’ confusamente (sara` l’eta`…) che abbiamo gia` discusso di cose simili tempo fa.

    sono compleamente d’accordo con te che occorre, in premessa, qualche riserva su tutto quello che cerca di ridurre un comportamento complesso a qualcosa di più basilare.

    lo scopo del post, del resto, era di esprimere uno stato d’animo, dare voce ad una reazione, non di costruire qualche interpretazione globale.

    comunque, parlando di egoismo biologico non credo ci si riferisca ad un atteggiamento psicologico (ci si puo` comportare in modo egoista anche col cuore traboccante di altruismo e perfino senza essere in malafede), ma a forme di comportamento, anche se naturalmente esiste una specie di piano inclinato di scorrimento silenzioso dalla seconda dimensione alla prima.

    biologicamente parlando, lo scopo primo dell’organismo e` di mantenersi in vita; Dawkins ha avuto il merito di cominciare a sfaccettare il campo di riferimento, sottolineando che biologicamente, se l’egoismo individuale fosse completo, la specie rischierebbe di estinguersi.

    nel campo animale poi ci sono forme evidenti di differenziazione (e complicazione) dello schema di base: ci sono amimali sociali e no; il gatto e` egoista, si dice, dato che non vive in branco, a differenza di uomini e cani; eppure l’altruismo per la prole l’ho sotto gli occhi tutti i giorni, anche in questa specie, quando la madre rinuncia a mangiare per lasciare cibo alla figlia, gia` abbastanza adulta.

    l’emotivita` direi che viene dopo, ed e` particolarmente evidente in una specie dalla psicologia complessa ed anche contorta come quella umana: egoisticamente, troviamo ributtante l’emotivita` egoista e piu` accettabile quella da cui ci aspettiamo qualche vantaggio.

    ma il tutto non e` affatto razionale: e` emotivo, e da qui le confusioni…

    a volte fantastico di forme di vita dove questi meccanismi biologici non siano cosi` sviluppati; a volte mi pare di avere avuto una intuizione che permette di rispondere alla famosa domanda di Fermi: se ci sono gli extraterrestri, dove si sono nascosti?

    io credo che la maggior parte delle forme di vita nel cosmo sono protette, in oceani ricoperti di ghiaccio; in ambienti stabili, a differenza della nostra povera vita terrestre esposta continuamente al rischio della distruzione da fuori o da noi stessi.

    forse su qualche satellite di Giove puo` esistere anche una biologia non egoista, il sesso e la morte sono meno necessari perche` le specie e anche gli individui possono restare quieti in un ambiente tranquillo che non li stressa e non chiede la vertigine continua del cambiamento e della competizione per l’esistenza…

    ohho, ecco le ombre del tramonto, e qui mi fermo, scusandomi di essermi lasciato andare un po’ troppo al gusto di chiacchierare…

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  2. Sono molto combattuto nei confronti di quello che hai scritto. Da una parte capisco e ti do perfettamente ragione, dall’altra non riesco ad essere convinto fino in fondo ma nella mia testa si sono aperte miriadi di argomenti e riflessioni ma sono veramente troppe per uno spazio come questo.

    Ne dico solo una: non sono troppo d’accordo sull’egoismo come regola biologica perché l’altruismo permette comunque diversi vantaggi dallo stesso punto di vista. Se non altro perché se ti aiuto prima o poi ricambierai il favore dandomi qualche possibilità in più di sopravvivere rispetto a chi è solo, in via del tutto ipotetica. Ed è il motivo per cui gli animali stanno in gruppo e gli elementi solitari sono destinati a perire. Ma qui penso si apra la questione del cosa intendiamo per altruismo, dinamiche, sopravvivenza, ecc.. John Rawls aveva dato un nome agli atti di puro altruismo (che ovviamente non ricordo) e che non chiedono nulla in cambio.. secondo lui esistono.. Boh.

    Ti lascio però con una frase che avevo sentito ad uno spettacolo di ballo (in Francia quindi non garantisco sulla mia comprensione e sulla traduzione), non so se fosse loro, una citazione o cosa, comunque diceva: da soli si va più veloci ma insieme si va più lontano.
    Chissà.

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    1. ecco uno di quei commenti per cui merita tenere un blog (il dubbio compare spesso…)

      hai introdotto obiezioni importanti, per correggere il tiro, eppure io confermerei che l’egoismo, inteso come istinto primario alla conservazione dell’organismo biologico, e` una regola fondamentale della vita biologica.

      ma qui il testo di riferimento potrebbe essere il saggio fondamentale di Dawkins, Il gene egoista, del 1976: lui sostiene che l’organismo biologico che si automantiene nella selezione naturale e` il gene, non l’individuo e neppure la specie.

      e questo permette, secondo lui, di spiegare anche i comportamenti altruisti che indubbiamente esistono in natura, ad esempio l’accudimento della prole, l’aiuto alla comunita`, che arrivano fino al sacrificio della vita individuale.

      in questo senso la tua correzione e` giusta; pero` sempre di egoismo biologico si tratta, anche se cambia il protagonista di questo egoismo ovviamente inconsapevole.

      Dawkins lo conosco un poco per sentito dire, confesso invece con mia somma vergogna che non conosco affatto Rawls.

      il centro del mio post, o del mio sfogo, chiamiamolo cosi`. piuttosto, e` pero` un altro: ed e` nella incapacita` umana generale di guardar lontano e di vivere il futuro come esperienza autentica e immediata.

      e cosi`, egoisti o altruisti, siamo condizionati dalla limitatezza della nostra visione: ed essere altruisti, di un altruismo schiacciato sul presente, non aiuta affatto e non evita il rischio di farsi del male per inconsapevolezza.

      dico di peggio: l’altruismo miope puo` risultare perfino piu` pericoloso dell’egoismo miope.

      pensa, per fare un esempio scioccante, a tutti quei medici generosi che si danno eroicamente da fare, per esempio in Africa, per salvare, da una malattia che la mette immediatamente a rischio, la vita di un bambino del terzo mondo, destinato comunque a morire di fame.

      un atto di generosita` che potrebbe aumentare la sua sofferenza, anziche` eliminarla.

      ma allargando lo sguardo, si possono fare esempi ancora piu` terribili: la medicina che combatte le malattie pone anche le premesse, per l’incremento demografico, del crollo planetario.

      la medicina che salva i bambini prematuri, meno vitali, porta nell’arco di poche generazioni ad una degenerazione del livello medio delle capacita` degli esseri umani.

      l’eccessivo benessere porta alla diminuazione della produzione degli spermatozoi nei maschi.

      insomma, ecco che ho deragliato nel campo degli effetti controintuitivi delle buone azioni; ma forse c’entra ancora col tema.

      ciao, e grazie! 🙂

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      1. Stiamo rispolverando una diatriba molto interessante e che, secondo me, non troverà mai una risposta definitiva.

        A proposito di altruismo/egoismo ci sono, che io sappia, due visioni opposte, una porta avanti l’idea che l’altruismo sia una componente innata e naturale presente alla nascita in chiunque (che può incorrere in successive modifiche dettate dalle circostanze situazionali, ambientali, culturali ecc.) attraverso evidenze sperimentali e l’altra che porta avanti l’idea che l’uomo sia fondamentalmente egoista con evidenze antropologiche e di esperienza, che smentiscono la portata universale (si tratta infatti di un modello e non di una legge ma anche qui apriamo troppe porte) degli altri. Dawkins è esattamente uno di questi ultimi (ma ho avuto modo di leggere solo L’illusione di Dio in cui, in qualche modo, citava anche il gene egoista).

        Sono convinto che ci sia del vero in entrambe le posizioni ma ho sempre qualche riserva su tutto quello che cerca di ridurre un comportamento complesso a qualcosa di più basilare. L’approccio evoluzionista spiega tante cose ma facendo delle attribuzioni a posteriori a proposito delle intenzioni, dicendo quindi che entrambi i comportamenti riportano ad una matrice egoista di sopravvivenza. Trascura però tutta la parte emotiva legata al vissuto del momento che non è detto che sia necessariamente condizionata da un guadagno secondario (possibile ma non necessario). Nel senso, è innegabile che ci possa essere un guadagno, ma la questione è anche se la persona si muove intenzionalmente (implicitamente, inconsciamente, ecc.) in quella direzione o è semplicemente una conseguenza non esplicitamente ricercata.
        E quindi, è lecito interpretare tutto alla luce di una conseguenza che magari non era ricercata? Non è che a posteriori stiamo sovrapponendo uno schema dato dalla nostra interpretazione ad un comportamento che magari possiede sfumature diverse?

        Il centro del tuo sfogo l’ho condiviso fin da subito perché lo trovo molto reale e un punto di vista condivisibile, ho giusto portato una riflessione sulla parte legata alla genetica.

        Il tuo discorso su altruismo miope e egoismo miope lo condivido e mi ha fatto venire in mente una puntata di South Park (Stagione 9 Episondio 4, Migliori amici per sempre) in cui si parlava esattamente di questo, di quanto le buone intenzioni possano condurre a conseguenze dannose e viceversa, giusto per citare qualcosa di più cazzone ma molto intelligente..

        Come sempre, Grazie a te!

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